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ago 24, 2002 |
Attualità culturale,  |
redazione

Saggezza e bruttezza

L'insigne dotto Rabbi Jehoschua Ben Chananja era contrassegnato dal marchio di una straordinaria bruttezza. Una volta la figlia dell'imperatore, di fronte al suo aspetto repellente, esclamo': peccato che tanta saggezza sia custodita in un recipiente cosi' brutto.

Allora, con sua meraviglia, il Rabbi le chiese: l'imperatore tuo padre dove conserva il suo vino?

In recipienti d'argilla fu la risposta.

Di questo ribatte' Rabbi Jehoschua sono io a dovermi meravigliare. In conformita' al suo rango, tuo padre dovrebbe scegliere a tale scopo recipienti d'argento e d'oro.

Hai ragione fece la principessa, e consiglio' al padre di far versare il vino, da quel momento in poi, in anfore d'argento e d'oro. Il risultato fu che il vino, entro un tempo relativamente breve, divenne aceto.

Ma quando l'imperatore venne a sapere dalla figlia che era stato Rabbi Jehoschua a darle quella bizzarra idea, gli chiese spiegazioni in merito

Il Rabbi si giustifico' dicendo loro che con la sua osservazione aveva voluto solo impartire alla principessa una meritata lezione per il suo rilievo offensivo.

Pero' rimarco' l'imperatore ci sono anche degli uomini belli che sono insigniti di grande dottrina!

In ogni caso, se fossero brutti, sarebbero ancora piu' dotti rispose il Rabbi Jehoschua. (Taanith 7a)

L'ambizione punita della luna.

In origine sole e luna erano di pari grandezza. A entrambi erano stati concessi eguale intensita' luminosa, eguale dominio e eguale potenza. Quando uno egli astri tramontava, l'altro doveva rifulgere con immutato chiarore e percorrere la sua orbita nel firmamento. Questo la luna non poteva sopportarlo. La faceva soffrire che, oltre a lei, ci dovesse essere qualcosa di altrettanto grande. Si accosto' quindi al trono dell'onnipotente.

Signore dell'universo, comincio' possono due re usare la medesima corona? In un regno possono due egualmente potenti governare uno accanto all'altro? L'intero tuo ordine del mondo non esige che uno sia subordinato all'altro?

Allora tu diventerai piu' piccola, le rispose l'eterno e riceverai luce solo dal sovreminente sole.

Cosi' il sole resto' l'astro grande mentre la luna si affievoli' e divenne un astro piccolo, che splende soltanto con i raggi che riceve dal possente sole.

Ma la luna non volle accontentarsi e obbietto': signore dell'universo, devo rimpicciolirmi per aver detto al tuo cospetto una cosa giusta?.

Allora D-o la consolo' dicendo: ogniqualvolta, di notte, apparirai in cielo, ti accompagneranno miriadi di stelle come dignitari al seguito di un sovrano, e inoltre gli israeliti conteranno su di te i giorni e gli anni. e cosi' fu.
(Chulin 60b)

Il pesciolino d'oro.

Nell'oceano, in mezzo al mare, sull'isola delle cagnare, c'era una piccola capanna cadente; in quella casetta vivevano un vecchio ed una vecchia. Vivevano in gran poverta'; il vecchio fatta una rete se ne andava sul mare a pescar pesci, e solo cosi' riusciva a guadagnarsi il suo cibo quotidiano. Una volta il vecchio aveva appena gettato la sua rete e cominciava a tirare; ma gli pareva cosi' pesante come non gli era mai successo prima: pote' appena tirarla fuori. Guarda: la rete era vuota; c'era in tutto e per tutto un solo pescetto; non era pero' un pesciolino semplice, ma d'oro. Con voce umana il pesciolino supplico':

Non prendermi, vecchietto! E' meglio che mi lasci andare nell'azzurro mare; vedrai che ti saro' utile: quel che desideri faro'.

Il vecchio pensa e ripensa, poi dice:

Io da te non ho bisogno di nulla: vattene a passeggiare nel mare!

Getto' in acqua il pesciolino d'oro e torno' a casa. La vecchia gli chiede:

Ne hai preso molto vecchio?

Un pesciolino d'oro in tutto e per tutto e anche quello l'ho ributtato in mare; m'ha pregato tanto: lasciami nel mare azzurro! Diceva ti saro' utile: quel che desideri tutto faro'! M'ha fatto pena quel pesciolino, non gli ho fatto pagar riscatto, l'ho rimesso in liberta' gratis.

Ah vecchio diavolo! T'era capitata nelle mani la fortuna, e non hai saputo servirtene. Potevi chiedergli almeno del pane! Presto non avremo piu' neppure un tozzo secco, con che cosa ci riempiremo lo stomaco allora?

Il vecchio non ne poteva piu', ando' dal pesciolino d'oro a chiedergli il pane; arrivo' al mare e chiamo' a gran voce:

Pescetto pescetto, vieni fuori! Metti il muso sulla proda, verso il mar punta la coda.

Il pesciolino nuoto' a riva:

Che ti serve vecchio?

La vecchia s'e' irritata, per pane m'ha mandato.

Torna a casa, avrete tutto il pane che vorrete.

Il vecchio torno':

Be' vecchia c'e' il pane?

Pane ce n'e' abbastanza, ma va dal pesciolino d'oro e chiedigli che ti costruisca una capanna nuova; nella nostra e' impossibile vivere, solo a guardarla cade!

Il vecchio ando' al mare

Pescetto pescetto, vieni fuori, metti muso sulla proda, verso il mar punta la coda.

Il pesciolino s'avvicino' nuotando, la testa verso il vecchio, la coda verso il mare; e chiede:

Cosa t'occorre, vecchio?

Costruisci una capanna nuova per noi; la vecchia grida, non mi da pace, non voglio vivere in questa vecchia casa, dice, va a pezzi solo a guardarla!

Non t'affliggere, vecchio! Va a casa e prega D-o, tutto sara' fatto.

Il vecchietto torno', nel suo cortile sta una capanna nuova, di quercia con arabeschi intagliati. La vecchia gli corre incontro piu' che mai infuriata sgridandolo peggio di prima:

Ah vecchio cane!!!! Non sai sfruttare la fortuna. Hai chiesto la capanna e pensi forse che sia tutto fatto? No, torna un'altra volta dal pesciolino d'oro e digli: io non voglio esser contadino, voglio essere governatore, perche' la brava gente stia ad ascoltarmi e si inchini fino alla cintola, quando mi incontra.

E cosi' la vecchia divenne governatrice. Quando il vecchio torno', invece della capanna vide innalzarsi una casa di mattoni a tre piani; nel cortile corrono i domestici in cucina un cuoco si da da fare; e la vecchia, in un ricco vestito di broccato, seduta su un'alta poltrona, impartisce ordini.

Salute, moglie!

Ahhh tu!!!!!! Pezzo di ignorante!! Come osi chiamar moglie me, la governatrice? Ehi, gente! Prendere questo contadinaccio, portarlo nelle stalle e frustarlo facendogli quanto piu' male possibile.

Che strega pensa il vecchio mentre viene frustato, gli ho dato la fortuna, ci si e' intrufolata come un maiale, e me non mi calcola neppure come marito!

Passo' un po' di tempo, la vecchia si stanco' di essere governatrice, fa chiamare il vecchio e comanda:

Vecchio diavolo, va dal pesciolino d'oro e digli che non voglio essere governatrice ma voglio essere la sovrana del mare perche' tutti i mari e tutti i pesci mi obbediscano.

Il vecchio avrebbe voluto rifiutare, ma come? Se non va giu' la testa! Si fece coraggio e ando' al mare,

Pescetto pescetto, vieni fuori! Metti il muso sulla proda verso il mar punta la coda.

Il pesciolino d'oro non venne! Il vecchio lo chiamo' un'altra volta: di nuovo niente! Lo chiama una terza volta: d'improvviso il mare rumoreggio', s'agito'; prima era chiaro, limpido, ora s'oscuro' tutto. Nuota a riva il pesciolino:

Vecchio, cosa ti serve?

La vecchia e' sempre piu' prepotente e capricciosa, ormai non vuol piu' essere governatrice, vuol essere la sovrana del mare, vuol regnare su tutte le acque, vuol comandare tutti i pesci.

Nulla disse il pesciolino d'oro, si volto' e si sprofondo' nel mare.

Il vecchio torna indietro, guarda, e non crede ai suoi occhi: e' come se il palazzo non fosse mai esistito, al suo posto c'e' la piccola capanna cadente, e nella capanna e' seduta la vecchia, in un abito stracciato. Cosi' ricominciarono a vivere come prima, il vecchio riprese a pescare; ma per quanto buttasse la rete in mare, non gli capito' piu' di prendere il pesciolino d'oro.