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ago 24, 2002 |
Perle tratte dal Talmud,  |
redazione

Shabbath 3b

Nascita dello strutturalismo

Disse Rabbi Hiya' a Rav: figlio di grandi! tu non hai detto che quando Rabbi e' impegnato in un trattato tu non puoi fare domande su un altro, per paura che egli non ti discuta su di esso?

Se Rabbi non fosse stato un grand'uomo ti avrebbe svergognato, perche' ti aveva dato una risposta non risposta. Ma egli ti ha risposto.

Correttamente, com'e' insegnato:

Se uno e' uscito con cibo e bevande quando e' quel giorno (sabato) e porta fuori queste cose dopo che e' scesa la sera, e' colpevole, perche' (il corpo) non e' come la sua mano (stesa fuori dalla casa).

Abbaye' disse: io sono certo che la mano dell'uomo non e' ne' un dominio pubblico ne' un dominio privato; non e' come un dominio pubblico, riguardo alla mano del povero, non e' come un dominio privato, questo riguardo alla mano del padrone di casa.

C'era tensione quella sera nel gruppo di studio. Tante posizioni diverse. C. si stava facendo crescere la barba e aveva le zizziot al di fuori della camicia a scacchi. Sempre piu' religioso.

Invece A. aveva come al solito un libro di Levi Strauss in mano. Sempre piu' laico. Ascoltarono il difficile brano della Ghemarah letto da L., il quale al contrario del solito si sedette, benedisse il luogo e tacque.

Era molto sottile la discussione fatta dai maestri. Vediamo cosa successe nel nostro piccolo gruppo di epigoni.

M. disse subito: non ci ho capito niente.

P. disse invece: ho capito solo che Rav avrebbe potuto essere svergognato pubblicamente, e Rabbi, che era un galantuomo, non svergognava pubblicamente gli studenti e i colleghi sia l'onore del tuo compagno piu' importante del tuo.

N. azzardo' una risposta. Rav fa a Rabbi Hakadosh, l'estensore della Mishnah, una domanda riguardo a un uomo che porta fuori di casa cibo e bevande. Il suo corpo e' in riposo. Perche' e' colpevole? Nel caso nostro, io porto dei chewing-gum in tasca di Shabat. Se li sporgo dalla finestra, secondo la Mishnah, avendoli tenuti in una mano, in alcune condizioni, io sono esente; si apre una lunga discussione nel Talmud. Non la riferisco ma e' meglio non tirare fuori dalla finestra una mano con qualcosa dentro. Ma perche' l'estensore della Mishnah potrebbe non rispondere?

L. questo passo ci dice che ogni trattato della Mishnah ha una forza generativa autonoma. In pratica in esso puoi ritrovare e risposte alle domande che egli ti pone. E' quindi vietata la comparazione fra piu' trattati?

A. mi sembra che il Talmud Shabbat inizi proprio comparando piu' trattati: (M. Shabbat 1,1, M. Shevuot 1,1, M. Negaim 1,1). Anzi, questa discussione all'inizio del Talmud Shabat segna l'inizio dello strutturalismo come metodo.

C. disse:

La terra produca germogli, erbe che producono semi, ciascuno nella propria specie, alberi da frutto, in cui e' il seme, ciascuno secondo la propria specie, sulla terra. (Gen.1,11)
Come vedete gia' dalle prime cose della creazione, ciascuna specie e' distinta dall'altra, cosi' come ciascuno dei semi (zeraim) e' secondo la propria specie. E Zeraim e' proprio il primo ordine della Mishnah.

Non solo, ma Rashi' seguendo un'Aggada' di Hullin 60a, fa notare che

Sebbene i germogli non avessero ricevuto l'ordine di produrre seme secondo la propria specie, essi udirono che tale ordine era stato dato agli alberi e percio' applicarono a se stessi l'argomento a minore ad maius.

Ora, se gli alberi sono i maestri, i germogli sono gli allievi. Questo insegna a tenersi strettamente nel seminato, quando si discute di Torah orale.

E. ci teneva al gruppo e fu molto dura. C. non tiene conto che i maestri invitano sempre a non dedurre norme di comportamento dalle Aggadot. D'altra parte, Rav si puo' permettere di fare domande che vanno fuori il seminato proprio perche' e' figlio di grandi.

L. vediamo un poco le due personalita' a confronto: Yehuda' Hanassi' (Rabbi') e' colui che raccoglie le risposte tradizionali dei Soferim e dei Tannaim. La sua autorita' sta proprio nella sua immobilita'. Egli risponde ripetendo un insegnamento antico. In quanto tale, cio' che egli trasmette e' Torah; la sua risposta e' huba, scambio, ma anche rovesciamento, secondo il testo del Talmud, oppure e' shnuy la shnuy (ib.), scambio e non scambio, se e' una risposta (shnuy) non secondo tradizione (Mishnah).

Rav e' invece un suo successore, uno degli Amoraim. La sua posizione e' il movimento, il dispiegamento delle potenzialita' contenute nella tradizione. Per lui e' vitale allora citare simultaneamente tutto il canone Tanach piu' Mishnah, per proseguire i ragionamenti in esso contenuti. Rav costruisce sulla tradizione (Mishnah) un sistema logico-teologico (Talmud). In questo la sua domanda e' una domanda di rottura, anche se noi non riusciamo a coglierne appieno la frattura fra generazioni. Rav fa una generalizzazione (binian av) del comandamento mosaico per lo Shabat ognuno rimanga dove si trova, nessuno esca dalla propria abitazione (Ex. 16;29). Cosa significa tahatav (lett. sotto se stesso); se qualcuno ha qualcosa in stato di riposo verso il proprio corpo, non e' uscito da se stesso.

Rabbi Yehuda' Hanassi' gli risponde invece che secondo la tradizione egli e' colpevole perche' tahatav indica il proprio dominio. Da qui nasce uno scambio di vedute sulla mano del povero, se essa e' un dominio pubblico, dato che nulla possiede, e la mano del padrone. Ma chi e' il povero, e chi il padrone?

E. il povero e' l'uomo, e' Israele, infatti il suo nome Yehuda contiene le lettere del tetragramma piu' la lettera dalet che indica il povero.

Il padrone e' D-o, come noi lo chiamiamo nelle nostre preghiere.

Abbaye', come vedremo nella lettura della Ghemarah, avra' torto secondo gli altri maestri, ma egli non sta dicendo che tutto e' nelle mani del cielo e che sua e' la terra, e noi siamo solo stranieri ed ospiti?