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set 2, 2002 |
Storia millenaria,  |
redazione

I giochi della paura

ognuno di noi maturo', piu' che in tutti i vent'anni precedenti.

Vivendo assieme a Milano negli anni cruciali della seconda guerra mondiale, sette giovani torinesi si costruiscono la coscienza etica e politica che li portera' per vie diverse a lottare contro il nazifascismo.

disegno
Da sinistra: Eugenio Gentili Tedeschi, Carla Consonni, Silvio Ortona, Ada Della Torre, Primo Levi, Wanda Maestro, Emilio Diena

"A Milan lavoren tcc", si usava dire a quel tempo, all'inizio degli anni quaranta. Un gruppo di giovani torinesi che non possono lavorare perche' le leggi razziali glielo vietano, si trasferiscono a Milano dove ognuno di loro riesce a trovare, nonostante tutto, un'occupazione. La casa nella quale fanno vita comune e' l'appartamento di Ada Della Torre.Tra questi giovani c'e' Primo Levi, cugino di Ada. Egli ha descritto quest'esperienza in un bellissimo racconto, intitolato "Oro" che si trova nel libro "Il sistema periodico" (ed. Einaudi). Tra gli altri che costituiscono il gruppo vi e' Silvio Ortona, futuro marito di Ada, ed Eugenio Gentili Tedeschi.

Eugenio Gentili Tedeschi, architetto, ha recentemente pubblicato un libro insolito e molto interessante, "I giochi della paura" (Le Chteau ed. Aosta). Si tratta di una raccolta di suoi disegni eseguiti in quel periodo, e nel momento immediatamente successivo, ossia nel corso della sua partecipazione alla Resistenza. Nella prima parte vi sono i due "libri segreti", nella seconda e' umoristicamente disegnata la vita e le avventure del gruppo, nella terza sono inventate delle illustrazioni per i testi delle canzoni che venivano cantate insieme. L'ultima parte del libro e' dedicata all'esperienza dell'autore nella Resistenza.

Cosa sono i libri segreti? Sono uno dei "giochi intellettuali" cui accenna Primo Levi nel suo racconto. I giovani si trovavano in quel momento in una situazione di transizione. Avevano ormai capito, anche per esperienza diretta, perche' ebrei, cosa fosse il fascismo, ne sentivano una forte avversione e se ne distanziavano, ma non avevano ancora imparato ad opporvisi in modo deciso ed efficace. Subivano la situazione con distacco ed ironia, ignari, almeno in parte, della "pestilenza" che infestava l'Europa. Su di un quaderno, acquistato dal tabaccaio sotto casa, venivano scritti dei versi in rima, sulla base del gioco infantile "si volta il foglio e si' vede"

libro cartello gerarca

Ecco un libro, un libro segreto
si volta il foglio e si vede
un divieto

Ecco un divieto di circolazione
si volta il foglio e si vede
un lampione

Ecco un lampione, una strada, un gerarca
si volta il foglio e si vede
chi sbarca

Il meccanismo e' semplice, ma subito si arriva alla satira pungente: il gerarca fascista che guarda perplesso il nodo che non puo' non evocargli il nodo del cappio che un giorno potrebbe trovarsi intorno al collo come giusta punizione per i disastri e le malefatte di cui e' corresponsabile.

Sia l'autore, Eugenio Gentili Tedeschi, nella sua introduzione al libro, sia Primo Levi nel racconto "Oro", sottolineano come quello, e altri giochi, e le poesie che componevano, erano un modo per esorcizzare la paura profonda, ed il senso di impotenza che provavano nella situazione insensata e paradossale in cui si trovavano: ebrei privati dei diritti civili a causa delle leggi razziali, dunque cittadini di serie B, che sopravvivono in un paese alleato di chi si prefigge il loro annientamento, che subiscono le privazioni e i disagi di una guerra che per il momento non li coinvolge, ma che non manchera' di travolgerli tutti.

Infatti il momento della presa di coscienza e delle scelte arriva presto e il gruppo dovra' ricuperare in "poche settimane" la conoscenza di tutto quanto il fascismo aveva tenuto nascosto fino ad allora, e dovra' costruirsi un'identita' etica e politica che spronera' ognuno a passare dalle parole ai fatti, votandosi ad una opposizione concreta ed efficace nella Resistenza, seguendo il proprio destino "ognuno in una valle diversa".

Qualcuno, come l'autore, e come Silvio Ortona, partecipera' alla lotta di liberazione, altri, come Primo Levi, verranno quasi subito catturati e deportati nei Lager tedeschi, da dove, Wanda Maestro non fara' ritorno.

La seconda parte del libro e' invece una specie di "album" dei ricordi del periodo di convivenza a Milano. I disegni sono stati eseguiti nei mesi seguenti lo scioglimento del gruppo: i ritratti sono dunque stati disegnati a memoria sulla base di una filastrocca scritta da Ada Della Torre e trasmessa a Eugenio Gentili Tedeschi quando questi gia' si era trasferito in montagna per aderire alla Resistenza. Anche le illustrazioni delle canzoni sono originarie di quel periodo.

disegno Nello sfondo s'intravede Eugenio Gentili Tedeschi che lavora nello studio del grande architetto Gio Ponti che "se ne infischiava delle leggi razziali". Al centro, Silvio Ortona, che ha trovato un'occupazione nell'ambito delle spedizioni. Davanti Ada che tiene un corvo a simboleggiare il fatto di lavorare nella casa editrice Corbaccio.
Primo Levi Primo Levi, chimico, giunge a Milano dove e' assunto dalla ditta Wander
Wanda Maestro Wanda Maestro sara' arrestata con Primo Levi e morira' ad Auschwitz. Primo Levi le ha, piu' tardi, dedicato una poesia:

25 febbraio 1944
Vorrei credere qualcosa oltre,
Oltre che morte ti ha disfatta.
Vorrei poter dire la forza
Con cui desiderammo allora,
Noi gia' sommersi,
Di potere ancora una volta insieme
Camminare liberi sotto il sole.

L'ultima parte del libro e' dedicata al periodo della Resistenza, ed e' costituita da disegni e da un testo scritto. Sia gli uni, sia l'altro, denotano un cambiamento dell'autore in direzione di una maturazione diversa e superiore. Dallo stile dei disegni, non piu' caricature, ma una rappresentazione figurativa accurata e impregnata di sensibilita', non traspare piu', come nelle raffigurazioni precedenti, la sensazione di sfasamento, di precarieta', di chi non ha ancora del tutto trovato la sua strada, ma si percepisce l' identificazione seria e profonda dell'artista nella situazione, dura, talvolta tragica, nella quale si trova ad operare.

Pattuglia Staffette

Pattuglia sulla strada:
Ugo Pecchioli, Renzo Marzorati,
Nello Corti

Un nemico

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