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set 23, 2003 |
Feste e ricorrenze,  |
redazione

Gli ebrei romani ed il sacrificio pasquale

Todos - una voce discorde

La Torah ci narra che, prima di ottenere la liberazione dalla schiavit egiziana, che noi celebriamo con la ricorrenza di Pesach, i nostri padri ricevettero l'ordine di preparare un agnello, di scannarlo nel pomeriggio del 14 di nissan - cio immediatamente prima della notte che avrebbe segnato l'inizio della loro libert - e di segnare, con il sangue dell'animale ucciso, gli stipiti e l'architrave delle loro case. Questo sangue sarebbe servito per evitare che i primogeniti ebrei venissero colpiti dalla morte, sorte riservata per quella notte ai primogeniti egiziani. A ricordo di questo fatto la Torah prescrive che ogni anno, la vigilia di Pesach, venga sacrificato l'agnello da mangiarsi arrostito la sera durante la celebrazione pasquale. I capretti venivano arrostiti al fuoco insieme con la testa, le zampe e le viscere e ci diversamente dagli altri sacrifici, in quanto l'agnello pasquale non doveva essere squartato, ma arrostito intero e andava mangiato senza rompere di esso alcun osso (Ex. XII:9). Quando esisteva il Tempio di Gerusalemme ogni famiglia mangiava con azzimi ed erbe amare l'agnello arrostito. Distrutto il Tempio e iniziata la diaspora, la cerimonia del Seder diventata puramente commemorativa, in quanto vi manca l'essenziale, cio l'agnello. Nel vassoio del seder, in ricordo del sacrificio pasquale, si pone una zampa d'agnello arrostita usando solo l'osso con un po' di carne, perch non si pensi che si tratti del sacrificio vero e proprio. Mentre si pronuncia il passo riguardante il sacrificio si evita di prendere in mano l'osso dell'agnello, per il timore di compiere un atto che potrebbe suscitare l'impressione che si sia gi compiuto il sacrificio. Il rigore molto forte che addirittura si usa astenersi dal mangiare, nel corso del seder, ogni specie di carne arrostita (perfino di volatile), ed i Rabbini hanno bandito dalle tavole, per quella notte, l'agnello arrostito. Di fronte a questa severit rabbinica, in antico si lev una voce discorde, infatti nel Talmud (Berachot 19a) riportato che "Todos, cittadino di Roma, introdusse presso gli ebrei romani l'uso di mangiare capretti arrostiti nelle sere di Pesach. Shim'on ben Shetach gli mand a dire: "se tu non fossi Todos io avrei pronunciato contro di te la scomunica, perch tu fai mangiare cose sacre ad Israele fuori (del Santuario) ...". Sempre secondo il Talmud (Pesachim 53b) Todos era una illustre personalit, cio un grande maestro di Torah e in altri passi talmudici vengono riportati alcuni suoi commenti. Egli era una persona generosa e con il suo patrimonio aiutava i saggi ad occuparsi di studi sacri. Dai contatti che aveva con Shim'on ben Shetach, che visse 150 anni prima della distruzione del Santuario, si deduce che la polemica riguardante il "capretto arrostito" ebbe luogo ai tempi del secondo Tempio. A Todos attrubuito il merito di aver fondato a Roma un centro di studi ebraici, perch finanziava illustri Maestri che portavano da Gerusalemme il loro sapere. L'uso diffuso tra gli ebrei romani di arrostire il capretto la vigilia di Pesach - nel modo come veniva eseguito il qorban pesach - era, secondo Todos, dettato dal timore di dimenticare le norme del sacrificio stesso. Gli ebrei di Roma erano distanti da Gerusalemme e forse solo pochi di essi si recavano in pellegrinaggio nella citt santa. Per Shim'on ben Shetach fece del tutto per contrastare tale consuetudine romana ed il suo intento era di impedire che gli ebrei della gol offrissero il sacrificio pasquale in tutte le loro sedi. Comunque Todos era un talmid chacham ed il suo insegnamento era fondato. Cos era l'opinione di Rabban Gamliel nella Mishn (Bez XXII,2) dove dice: "che si arrostisce nelle sere di Pesach un agnello". Ancora oggi vi l'usanza fra gli ebrei di Roma di mangiare, nelle sere di Pesach, l' "abbacchio" arrostito, proprio a ricordo di quello che veniva sacrificato a Gerusalemme.
Credo che il racconto concernente Todos sia un esempio fra gli innumerevoli, nella storia dell'ebraismo,dove, contrariamente al concetto, al dogma e alla verit, un'opinione, sia pure minoritaria, si caratterizza per il suo opporsi all'opinione della maggioranza, anche diametralmente opposta, ma che riflette pi aspetti di una realt ontologicamente plurale.
CRESCENZO PIATTELLI