Documento sull'olocausto
Cagliari.Il Palazzo dInverno(via Principe Amedeo 31), mette in scena uno dei documenti pi forti e drammatici dell'Olocausto, Yossl Rakover si rivolge a Dio, con la regia di Marco Gagliardo e lintensa interpretazione di Senio Giovanni Barbaro Dattena.
La produzione finanziata dalla Regione Autonoma della Sardegna, Ass.to allo Spettacolo. I costumi sono di Marco Nateri, la regia luci di Loic Hamelin.
Yossl Rakover si rivolge a Dio una delle pagine pi straordinarie della letteratura ebraica del Novecento. Scritto e pubblicato in yiddish nel 1946 dal lituano Zvi Kolitz, il monologo d voce all'ultimo sopravissuto del ghetto di Varsavia, prima della sua definitiva distruzione da parte dei nazisti. Fulminante atto daccusa e insieme testamento spirituale di un intero popolo, Yossl Rakover si modella sul libro biblico di Giobbe e si propone insieme come preghiera e tenerissima lettera che diventano intima confidenza verso un Dio che ormai non sa pi evitare lo sterminio del suo popolo. Il tema quello della sofferenza inutile, del patire irrimediabile di un innocente che nessun Dio sapr consolare; un tema universale, che rinnova il grande interrogativo sulla terribile banalit del male che attraversa tutta la teologia e che, fatto proprio da Dostoievskij, permea di s tutto il Novecento, da Kafka a Simone Weil. Con la morte di Israele morta la coscienza del mondo, si legge nel testo, a ribadire che la manifestazione di un simile odio contro un intero popolo non pu che avere unorigine irrazionale. Testimone oculare e insieme vittima dellOlocausto, Yossl Rakover sceglie la fede incrollabile, svincolandola da unidea di Dio e legandola indissolubilmente alla pratica di vita, come lunica possibilit per sopravvivere al dolore di fronte alle insensate efferatezza perseguite scrupolosamente dal nazismo. La verit si fa forza in grado di scaturire dal dolore, che rende possibile il dialogo con Dio. Credo nel Dio dIsraele, anche se ha fatto di tutto perch non credessi in lui, urla Yossl.
In realt Yossl Rakover non mai esistito, se non nelle sembianze di un personaggio creato da Zvi Kolitz. Emmanuel Levinas definir lo scritto un salmo moderno, "vero come solo la finzione pu esserlo". Un testo intenso, che rimanda con forza al lettore il dolore per un destino non sempre comprensibile nel suo crudele divenire, ma che allo stesso tempo preghiera, supplica sussurrata, accettazione in nome di un amore. Se il valore di questo testamento non propriamente documentario, come lo sono le pagine scritte dalle vittime in carne ed ossa dellOlocausto, esso risiede nella capacit di rappresentazione della verit che il racconto possiede.
Nato il 14 dicembre 1919 a Alytus, in Lituania, Zvi Kolitz un litvak ebreo che, come i suoi padri, ha coltivato la Torah e la letteratura classica di tutti i paesi, leggendo in yiddish Omero e Dante, Goethe e Dostoevskij. Nel 1937, prima che la Lituania fosse distrutta da Hitler e da Stalin, la madre di Zvi scelse la via dell'esilio e fu cos che egli ebbe la possibilit di compiere gli studi universitari in Germania e a Firenze. Nel 1940, Zvi si reca a Gerusalemme dove s'impegna in attivit anti-inglese sino ad essere arrestato, scegliendo per subito dopo di arruolarsi nell'esercito britannico pur di combattere i nazisti. Nel 1946, Zvi Kolitz partecipa ai lavori del Congresso sionista a Basilea e a Buenos Aires. Ha ventisei anni. In una sola notte, nella sua camera d'albergo a Buenos Aires, scrive Yossl Rakover si rivolge a Dio. Il monologo viene subito pubblicato sulla Juddische Zeitung. In Italia edito da Adelphi.
Gli spettacoli sono previsti per il 21, 22, 23 novembre e 28, 29 e 30 novembre alle ore 21,00
In scena al Palazzo d'Inverno
e-mail: palazzodinverno@tiscali.it