Una relazione sul lavora del Rav Aldo Luzzatto z"l
Per una fortunata coincidenza sono arrivati a me i due tomi del grande
lavoro di
Aldo Luzzatto
su:
"LA COMUNITA' EBRAICA DI VENEZIA ED IL SUO ANTICO CIMITERO".
Mi sono stati donati da una vecchia amica fiorentina la Signora Tilde Levi;
un regalo grandemente apprezzato per il valore storico, bibliografico ed
estetico, nonch? per il fatto che il Rabbino Aldo Luzzatto era un mio caro e
vecchissimo amico.
La storia della Comunita' Ebraica di Venezia e' antica di secoli, e nel lavoro
qui recensito, partendo da una ricerca esaustiva delle lapidi del cimitero
al Lido se ne ha una visione che spazia per lo meno sette secoli.
La piu' antica lapide ritrovata e' del 1389, infatti il 25 settembre 1386 le
Autorita' di Venezia concedono agli ebrei un terreno al Lido per uso
cimitero, come e' riportato nella fotocopia del documento originale nella
introduzione.
Aldo ha potuto scrivere solo quattro dei sei capitoli di storia, essendo
prematuramente scomparso agli inizi del 1990, ma nessuno meglio di lui
poteva compiere questa ricerca, per la profonda conoscenza dell'ebraismo
italiano che gli veniva, non solo dall'essere stato Rabbino in Italia, ma
anche dall'essere stato negli ultimi venti anni della sua vita, il
responsabile della compilazione e del continuo aggiornamento della
bibliografia sull'Ebraismo Italiano al Museo Beit Hathefuzoth
dell'Universita' di Tel Aviv.
Il primo capitolo una breve storia della comunita' composta di molte
nazioni.
Le prime presenze di ebrei a Venezia, si perdono nell'ombra dei secoli, vi
furoro certamente mercanti che trafficavano coll'Oriente e anche provenienti
dai paesi dell'est. Altri ebrei erano arrivati dall'Impero Bizantino e dalle
colonie veneziane. Vi erano quindi a Venezia ebrei levantini, romanioti,
italiani e ashkenaziti, impegnati non solo nei commerci ma anche banchieri
di notevole importanza.
Nel 1516 fu istituito il Ghetto, il primo in Europa, ma l'attivita' degli
ebrei continuo' intensa, anzi, divennero mediatori d'affari. Dopo la cacciata
dalla Spagna a Venezia arrivarono anche ebrei sefarditi o ponentini. Non e'
qui il caso di dilungarsi sulla storia degli ebrei a Venezia, che come
sempre ha periodi di splendore e di miserie. Le innumeroveli citazioni nel
testo possono dare a chi interessato un mezzo per saperne di piu'.
Di particolare interesse sono le piante delle piu' importanti Scuole ovvero
Sinagoghe, alcune delle quali ancora esistenti e altre in restauro.
Il secondo capitolo dedicato al cimitero nel tempo. Anche qui le
illustrazioni derivate da disegni originali fanno storia, dalla prima
concessione quando era Doge Antonio Vernier, lungo la laguna con confini ben
definiti dove si trovavano le coltivazioni a vigna e a orto. Il terreno
apparteneva al Monastero Benedettino di San Niccolo' del Lido e fu
probabilmente concesso dopo una lunga trattativa coi monaci nel 1389.
La
piu' antica lapide infatti di tale data e ricorda il giovane Shmuel ben
Shimon. Nel 1397 il Senato non rinnovo' la condotta ai banchieri ebrei che
furono costretti a spostarsi nella terraferma, e fu maggiormente usato il
cimitero di Mestre, anche se sporadicamente alcuni ebrei furono sepolti a
quello del Lido. Dopo l'istituzione del Ghetto il cimitero del Lido fu
invece usato in modo continuativo.
Aldo cita le numerose nuove concessioni e gli impegni degli ebrei
rappresentanti, interessante notare il termine, l'Universita' degli Ebrei.
La nota a pagina 55 chiarisce che il termine Universita' degli Ebrei indica
l'associazione di tutti gli ebrei residenti in un determinato paese o citta'.
Il termine comunita' in uso dal 1930 in poi.
Naturalmente la storia del Cimitero anche la storia di Venezia nei secoli:
seicento, settecento, Napoleone e la dominazione austriaca, fino al
novecento, quando al cimitero che era stato abbandonato, per dei lavori,
furono scoperte delle lapidi ben conservate nel 1925. Le ragioni dei lavori
furono varie e prosaiche, ma di una specialmente vale la pena riferire: il
Comune di Venezia decise di espropriare la parte piu' vicina alla laguna per
costrirvi una strada. Circa 200 tombe e lapidi dovettero essere rimosse.
(C'e' da domandarsi, visto quel che succede in Israele ai nostri giorni, cosa
sarebbe successo qui.)
Due fatti sono da menzionare: i resti mortali furono trasferiti nella parte
restante del cimitero e le lapidi restaurate. Ci sono anche delle foto di
come appariva il luogo prima dei lavori.
Il degrado del cimitero e delle lapidi pero' continua fino al 1971 quando il
Comitato per il Centro storico ebraico di Venezia, col suo Presidente,
Alberto Mortara, si fa promotore di una ricerca che: "facesse rivivere il
valore storico documentario dell'antico cimitero..." e di un lavoro di
restauro globale dell'area, coll'aiuto di vari enti italiani e stranieri. Il
lavoro di catalogazione e decifrazione delle lapidi affidato ad Aldo
Luzzatto, che utilizza non solo le pietre, ma altri documenti antichi e
recenti, pubblici e privati per dare vita a questa pubblicazione.
Il capitolo si chiude con una pianta attuale del catasto di tutta la zona di
San Nicolo' al Lido.
Il terzo capitolo dedicato ai nomi, ne sono riportati 1612; il primo, in
ordine alfabetico Abarbanel, e l'ultimo Zoref, mentre in ordine
cronologico si va dal 1389, fino agli ultimi che sono del 1791. Per la
ricerca oltre che le iscrizioni sulle lapidi, sono stati usati altri
documenti, come i Necrologi dell'Archivio di Stato, i Registri dei Morti
della comunita', nonche' precedenti ricerche o catalogazioni, tra queste
quelle fatte dai Rabbini Riccardo Pacifici e Adolfo Ottolenghi del 1928-29 e
altri.
Anche una rapida scorsa rivela la complessita' dell'origine degli Ebrei di
Venezia: i molti prefissi, Aben seguiti da un aggettivo, gli Al che rivelano
l'origine araba, gli innumerevoli Askenazi, e quelli di origine ebraica, i
Coen, Levi, altri invece che attualmente non farebbero suppore
l'appartenenza ad Ebrei. Sono proprio questi ultimi che indicano secondo me,
(T.S.) quanto gli ebrei italiani si siano assimilati durante i secoli. Non
ci sono molti nomi caratteristici di Ebrei toscani e romani. Come che sia,
per chi ricerca i propri antenati, questa una fonte importantissima.
Accanto a ogni nome, la data della morte e non sempre, ma spesso, le
parantele, e a quanti anni deceduto. Il capitolo include anche alcuni
personaggi illustri, e tra questi ricordo solo Leone Modena.
Il quarto e ultimo capitolo opera di Aldo Luzzatto, intitolato MEDAGLIONI, e'
un profilo delle famiglie veneziane come stato possibile derivare dalle
lapidi, e da altre fonti anagrafiche, per 143 gruppi familiari.
Anche in
questo caso le famiglie che in alcuni casi ebbero presenza a Venezia per
vari secoli, sono di molteplice origine, compresi marrani, spagnoli e
portoghesi. stato possibile aggiungere anche dati circa le professioni,
molti rabbini, banchieri, commercianti marittimi ecc. Il capitolo un
interessante squarcio di vita sociale ed economica, e provoca un vago
sentimento di tristezza in chi lo legge, nell'immaginare la vita di questi
lontani antenati.
I due ultimi capitoli del primo tomo sono di Luisella Mortare Ottolenghi
circa l'Analisi stilistica delle lapidi, e la pubblicazione degli Inediti,
che meriterebbero una recensione a parte.
Il Secondo tomo invece tutto dedicato ai documenti, le concordanze tra le
diverse fonti, addenda, testimonianze e biografie, compresa quella di Aldo
Luzzatto.
Tullio Sonnino.
Rehovot. Gennaio 2003