Balak
Balaam compare all'inizio della parash Balak (Numeri 22:6) circondato dalla fama di mago, di uomo capace di influenzare le divinit. Nella visione di quei popoli il mondo governato da forze magiche, che interagiscono tra di loro in maniera meccanica; e c' una casta di esperti di queste forze, di specialisti che le sanno manipolare; un "governo dei tecnici" che sanno governare le influenze magiche. In questa prospettiva il destino qualcosa che inutile scrutare, perch prefissato, occorre anche qui lasciare fare ai tecnici, agli specialisti.
La visione di Israele diversa: si basa su una divinit che non pu essere
manipolata, nemmeno dal tecnico pi esperto; D. anzi capace di manipolare
il tecnico pi esperto, e la comprensione di questo possibile per tutti
gli uomini, non ha senso alcuno delegarla ad una casta. questa comprensione
non trasforma Balak in un profeta (infatti al termine se ne va "al suo
posto" Numeri 24:25). Quella di Balak una visione degli eventi, non una
profezia. Un profeta infatti non si limita ad enunciare gli eventi, non
considera mai il futuro qualcosa di scritto e di immutabile, ma esorta gli
esseri umani a modificare il futuro.
Per significativo che per giungere a questa comprensione Balak viene
illuminato da un'asina: non tanto perch l'asino sia un animale stupido, ma
perch la sua reazione alle parole dell'asina di nonchalance. L'asina
parla, e lui non si sorprende. Come se non fosse l'asino ad aver parlato, ma
lui, il veggente pi ricercato della sua epoca, quello che nella propria
clientela ha persino dei re, avesse dovuto scoprire come parlano le bestie.
E che differenza c' tra gli uomini e le bestie ? Gli animali sono incapaci
di pensarsi storicamente; sono le bestie a pensare s stesse come immerse in
un mondo predeterminato.
Il modo che hanno gli uomini di pensare la storia,
di pensare s stessi all'interno della storia ben diverso. Non casualmente
la Tor colloca questo episodio proprio qui, poco prima dell'ingresso nella
Terra di Israele; la collettivit dei figli di Israele non pu affidarsi ad
un "governo di tecnici", quali che siano.