Attualita' culturale
Spinoso problema sefardita
Ci si chiede spesso tra gli studiosi chi siano gli antenati della Riforma ebraica: gli aderenti ashkenaziti all'_Haskole/Haskalah/Illuminismo ebraico_ oppure i Sefarditi ex-marrani approdati ad Amsterdam, che ispirarono anche gli Illuministi gentili.
I Sefarditi in questione, anzich chiudersi in uno splendido isolamento
come gli Ashkenaziti dell'Europa Orientale, erano abituati a vivere in
un crocevia culturale qual sempre stato il Mediterraneo, e la stessa
cultura europea gentile deve molto a loro come intermediari verso il
mondo arabo, a sua volta involontario esecutore testamentario della
cultura greca, nonch tramite col mondo cinese ed indiano.
Anche nella diaspora i Sefarditi cercavano di mantenersi dentro la
cultura europea e si sentivano legati a quella iberica in particolare,
nel bene e purtroppo anche nel male.
L'Encyclopaedia Judaica, alla voce "Sephardim", afferma che i Sefarditi
furono i primi a costruire un'identit ebraica che fosse indipendente
dall'osservanza religiosa; in un certo senso questa era una necessit,
in quanto molti di loro erano (od erano stati) marrani, non osservavano
certo i precetti religiosi, e solo la genealogia li univa al popolo
ebraico, inteso non pi e non soltanto come una _qehillah qedoshah -
santa comunit_, ma come una nazione nel senso moderno del termine.
Ma quello che mi piaciuto di meno di questo che la genealogia non
rimasta il modo pi semplice di appartenere al popolo ebraico, ma per i
Sefarditi diventata il modo ottimale; mi limito a citare quel che l'EJ
dice dello Zohar, che sosterrebbe che l'anima dei convertiti diversa
(e qualitativamente inferiore) a quella degli Ebrei per nascita.
Traducendo l'affermazione nel linguaggio del diritto pubblico, significa
dire che il naturalizzato non pu ambire agli stessi diritti di chi
nato cittadino.
Nell'Ebraismo ortodosso esistono alcune limitazioni per i convertiti,
che durano alcune generazioni; l'autore della voce ritiene per che qui
abbia giocato, pi che la tradizione (Maimonide non vedeva differenza
tra l'anima del convertito e quella dell'Ebreo per nascita), il concetto
spagnolo di _hidalgia - nobilt_. In senso stretto, anche in Italia
"nobile" si poteva esserlo solo per nascita; colui che riceveva un
titolo nobiliare si diceva "annobilito", e soltanto i suoi discendenti
avrebbero avuto tutti i privilegi del titolo.
Lo spinoso problema che ad inculturare il concetto di "elezione" nei
termini dell'"hidalgia" si sfiora (si sfiora e basta) il razzismo.
L'Ebraismo contemporaneo se ne rende conto e cerca di riformulare il
concetto in termini che non siano denigratori per chi ebreo non , e
nell'Ebraismo riformato le limitazioni a danno dei convertiti non ci
sono pi.
Il futuro Istituto Tarshish potr ispirarsi in notevole parte alla
tradizione sefardita, ma non potr imitarla in toto :-)