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dic 30, 2003 |
Opinioni dei nostri visitatori,  |
redazione

Antisemitismo scacchistico

A quanto pare il grande Alekhine scrisse (ma l'attribuzione solleva ancora qualche dubbio) dei deliranti artt. di analisi "razziale" (in chiave antisemita) della storia scacchistica.

Si tratta della serie "L'ebreo e gli scacchi ariani", apparsa fra il marzo ed il giugno 1941 sulla "Deutsche Schachzeitung" e sulla "Pariser Zeitung". Traggo le informazioni da un art. di F. Pezzuto apparso sul n. di marzo 2001 della riv. "Torre & Cavallo - Scacco!". Secondo Pezzuto, le idee alekhiniane di "razzismo scacchistico" sono "solo in parte originali.
Gi Gutmayer, ad esempio, aveva parlato di una contrapposizione tra uno stile ariano, votato all'attacco, ed uno passivo, difensivistico, caratteristico degli ebrei. E parecchi esperti avevano gi criticato l'eccesso di ponderazione introdotto negli scacchi da Steinitz e da Lascker, entrambi ebrei, che aveva portato ad un decadimento del gioco stesso. Su un terreno gi fertile, incoraggiato da retrivi e diffusi stereotipi razziali e nazionalistici (la razza ariana considerata per natura aggressiva, in contrasto con quella semitica che ammette l'idea della difesa pura), Alekhine costruisce la propria esaltazione degli scacchi ariani. [...]
Mancanza di personalit e di forza creativa; incapacit ad assumere l'iniziativa dell'attacco. Queste sarebbero [...] le caratteristiche del giocatore ebreo. Il cui obiettivo principale, in partita, sarebbe quello di acquisire in qualsiasi modo un vantaggio di materiale, difendendo poi tale vantaggio ad oltranza. Lasker viene indicato come l'esempio pi calzante di questo tipo di gioco, tacciato di 'opportunismo', in quanto la vittoria, con queste premesse, pu venire solo da un errore dell'avversario" (pp. 21-22). Negli artt., Alekhine costruisce poi (come dicevo) una folle "storia razziale" degli scacchi, individuando nel successo di Anderssen contro Staunton "il trionfo della concezione aggressiva degli scacchi sulla concezione 'anglogiudaica' di Staunton" (p. 22).
Naturalmente, anche "l'ebreo di Riga" (il sommo Nimzowitsch) sar oggetto delle sue critiche, persino in merito ai suoi fondamentali lavori teorici (il "Mein System"), considerati alternativamente banali, copiati o "un cumulo di falsit". Sembra impossibile che uno scacchista cos grande (era il mio preferito...) possa aver scritto simili idiozie (forse "ricattato"; ma probabilmente per mero e infimo "opportunismo"). E non il solo: anche Gata Kamsky (ora scomparso dalla scena agonistica), ex-promessa non mantenuta del nobile gioco, avrebbe incolpato "gli ebrei" per le sue difficolt "post-sovietiche" (fu un "emigrante di lusso"). Il padre Rustam giunse a dire: "Esiste una congiura sionista contro di noi. Il sionismo ha grande influenza nel mondo degli scacchi" (cito da T&CS del giugno 2003). OK: il numero speciale del "Bollettino del complotto demo-pluto-pippo-giudaico" si conclude qui. Shalom.
Namib