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gen 2, 2004 |
Sbirciamo Eretz Israel,  |
redazione

MEDIORIENTE: BUIO IN FONDO AL TUNNEL

Nell'affrontare i problemi drammatici in cui versa il conflitto Israelo-Palestinese, con i suoi alti e bassi in un sottofondo di violenza perenne, si trascurano alcuni fatti storici di estrema importanza.

Quando i primi esponenti del movimento sionista per il ritorno degli ebrei in Yeretz Israel, a cavallo tra l'800 e il 900, costituirono i primi insediamenti, lo fecero comprando le terre agli arabi, grazie ai finanziamenti di facoltosi ebrei europei ed americani.

Dopo un primo momento in cui gli arabi videro di buon occhio questa immigrazione, che poteva portare progresso e sviluppo per tutti,la Sublime Porta Ottomana fu costretta ad introdurre il divieto assoluto di vendita delle terre agli ebrei, nel timore che questo ritorno potesse sfuggire di mano, minando l'integrit e la sovranit dell'impero.

Nonostante il divieto assoluto, le vendite continuarono.

Quindi le terre non sono state conquistate con la forza, ma con la moneta sonante.

Nel frattempo le potenze europee, gli inglesi, i francesi, videro con favore e appoggiarono (dichiarazione Balfour) il movimento sionista, perch poteva rappresentare il cavallo di Troia per scardinare l'impero ottomano, e conquistare e spartirsi il Medioriente, come poi avvenuto.

Facendo leva anche sul malcontento crescente degli arabi-palestinesi nei confronti di un impero ottomano turco opprimente, decadente e corrotto.

Sono fuori luogo quindi le accuse agli ebrei di aver invaso uno stato non loro. Quelle terre erano abitate da ebrei ben prima degli arabi, e la loro riconquista iniziale fu dovuta al commercio, non alla forza.

Israele viene accusato da pi parti di non rispettare le risoluzioni dell'Onu, ma si fa finta di non sapere che i primi a non averle rispettate sono stati i paesi arabi, che hanno attaccato Israele (perdendo miseramente) dopo la risoluzione delle Nazioni Unite che sanciva la divisione della Palestina e la nascita dello stato ebraico, la n.181 del 19 novembre del 1947.

Guerre combattute dai paesi arabi confinanti con eserciti male organizzati, con l'obiettivo di cacciare gli ebrei non per aiutare gli arabi palestinesi, ma per spartirsi la futura Palestina senza Israele.



In seguito, con la guerra del Kippur e dei 6 giorni (entrambe vittoriose per l'esercito di Tshal), Israele ha annesso dei territori (solo in parte restituiti) con la forza, continuando fino ai giorni nostri la politica di costruzione di colonie illegali, sia con governi laburisti sia a guida Likud, come l'attuale del premier Sharon.




Venendo ai giorni nostri, questa situazione sfuggita al controllo dei responsabili, di una parte e dell'altra, che dovrebbero condurre trattative di pace.

La principale organizzazione fondamentalista islamica palestinese (Hamas), nei propri documenti pubblici, scrive: "finch tutti gli ebrei dell'entit sionista, (non riconoscono nemmeno il nome Israele, nda), non saranno buttati a mare, gli attacchi suicidi dei martiri di Allah non cesseranno".

Dall'altra parte gli ultraortodossi ebraici non riconoscono lo stato d'Israele perch stato fondato dagli uomini e non dal Messia che, quando verr, entrer a Gerusalemme dalla porta d'oro, tutt ora chiusa, in attesa.

Questo purtroppo il gran casino che risponde al nome di conflitto Israelo-Palestinese.

Ogni volta che si cerca di tornare al tavolo delle trattative, i fondamentalisti terroristi alzano il tiro, compiendo in serie stragi di civili.

Con l'avvicinarsi delle elezioni del 28 gennaio 2003, continua con pi forza la strategia del terrore tesa a riconfermare (a larga maggioranza) Sharon quale premier, in modo tale da radicalizzare lo scontro in atto senza vie d'uscita.


Purtroppo fino a quando una delle due parti non avr prevalso definitivamente sull'altra sar impossibile avere una pace duratura.

Un conflitto troppo lungo con troppo odio e rancore nelle giovani generazioni per poter sperare e confidare nella pace senza ulteriori spargimenti di sangue.
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