Non desiderare...
Un approfondimento su "non desiderare la donna d'altri" e su "non desiderare la moglie del tuo prossimo"
Dallo Stone Chumash (un'edizione ebraica del Pentateuco con commenti in
Inglese) estraggo questo commento ad Esodo 20.14:
(cit)
Com' che la Torah vieta una cosa tanto normale come la gelosia ed il
desiderio del possesso d'altri? Non questa una cosa contraria alla
natura umana?
Ibn Ezra spiega questo con una profonda intuizione psicologica. Ci si
pu aspettare che un contadino ignorante e povero possa desiderare la
figlia del vicino, ma non gli verrebbe mai in mente di desiderare
eroticamente la regina. Ella tanto elevata ed inaccessibile che un
pensiero simile non gli passerebbe mai per la mente. Il punto che le
persone dotate di logica e buon senso cercano di procurarsi solo le cose
che sono nell'ambito della loro vita, non quelle che vanno aldil della
loro immaginazione.
Allo stesso modo, se una persona avesse piena fede in D%o, egli
riterrebbe che la propriet che Id%io ha voluto che fosse del suo vicino
tanto inaccessibile a lui quanto la regina ad un povero contadino. Se
cos fosse, non verrebbe mai in mente ad una persona di desiderare ci
che appartiene al suo vicino.
Visto in questa luce, uno che desidera ci che non suo dimostra
mancanza di fede in D%o. Ed sicuramente appropriato alla Torah il
comandare che uno sviluppi una fede tanto assoluta.
Rav Hirsch nota che l'ultimo comandamento potrebbe essere stato
promulgato solo da un Divino Legislatore. Un sovrano mortale pu
legislare contro atti quali l'omicidio ed il furto, ma solo D%o pu
chiedere che la gente santifichi i propri pensieri ed atteggiamenti al
punto da purgarsi di tendenze naturali come la gelosia e la gola
[covetness].
La Mechilta traccia un parallelo con il quinto comandamento. Una persona
golosa avr dei figli che lo disonoreranno, perch l'egoismo pu indurre
la gente a superare tutti i limiti della decenza, ponendo i propri
egoistici desideri oltre ogni considerazione.
(:cit)
Di Deuteronomio 5:17 lo Stone Chumash avverte che le clausoline del
versetto ("E non desidererai la moglie del tuo prossimo, e non
desidererai la casa del tuo prossimo, il suo campo, ed il suo schiavo, e
la sua serva, il suo bove ed il suo asino, e tutto ci che del tuo
prossimo") che in Italiano sono precedute da "e" (in Ebraico da "w-") si
riferiscono a desideri egualmente proibiti, per cui uno non
autorizzato a dire che un desiderio meno peccaminoso dell'altro.
Aggiunge inoltre che la Torah condanna non solo il delitto, ma anche
anche l'intenzione di delinquere. A questo punto abbandono lo Stone
Chumash e mi richiamo a Rav Benamozegh, il quale avvertiva, a scanso di
fraintendimenti, che nella Torah c' una separazione tra il piano
giuridico e quello morale a cui i Cristiani sono poco avvezzi.
Furto ed adulterio sono crimini che gli uomini possono giudicare e
punire, ma nessun diritto pu sindacare gli intimi pensieri e
sentimenti. Questo il campo della morale; la Torah si occupa anche di
esso, ma queste violazioni sono meno gravi di quelle.