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gen 11, 2004 |
Commenti ai brani del Pentateuco,  |
redazione

Non desiderare...

Un approfondimento su "non desiderare la donna d'altri" e su "non desiderare la moglie del tuo prossimo"

Dallo Stone Chumash (un'edizione ebraica del Pentateuco con commenti in Inglese) estraggo questo commento ad Esodo 20.14:
(cit)
Com' che la Torah vieta una cosa tanto normale come la gelosia ed il desiderio del possesso d'altri? Non questa una cosa contraria alla natura umana?
Ibn Ezra spiega questo con una profonda intuizione psicologica. Ci si pu aspettare che un contadino ignorante e povero possa desiderare la figlia del vicino, ma non gli verrebbe mai in mente di desiderare eroticamente la regina. Ella tanto elevata ed inaccessibile che un pensiero simile non gli passerebbe mai per la mente. Il punto che le persone dotate di logica e buon senso cercano di procurarsi solo le cose che sono nell'ambito della loro vita, non quelle che vanno aldil della loro immaginazione.
Allo stesso modo, se una persona avesse piena fede in D%o, egli riterrebbe che la propriet che Id%io ha voluto che fosse del suo vicino tanto inaccessibile a lui quanto la regina ad un povero contadino. Se cos fosse, non verrebbe mai in mente ad una persona di desiderare ci che appartiene al suo vicino.
Visto in questa luce, uno che desidera ci che non suo dimostra mancanza di fede in D%o. Ed sicuramente appropriato alla Torah il comandare che uno sviluppi una fede tanto assoluta.
Rav Hirsch nota che l'ultimo comandamento potrebbe essere stato promulgato solo da un Divino Legislatore. Un sovrano mortale pu legislare contro atti quali l'omicidio ed il furto, ma solo D%o pu chiedere che la gente santifichi i propri pensieri ed atteggiamenti al punto da purgarsi di tendenze naturali come la gelosia e la gola [covetness].
La Mechilta traccia un parallelo con il quinto comandamento. Una persona golosa avr dei figli che lo disonoreranno, perch l'egoismo pu indurre la gente a superare tutti i limiti della decenza, ponendo i propri egoistici desideri oltre ogni considerazione.
(:cit)
Di Deuteronomio 5:17 lo Stone Chumash avverte che le clausoline del versetto ("E non desidererai la moglie del tuo prossimo, e non desidererai la casa del tuo prossimo, il suo campo, ed il suo schiavo, e la sua serva, il suo bove ed il suo asino, e tutto ci che del tuo prossimo") che in Italiano sono precedute da "e" (in Ebraico da "w-") si riferiscono a desideri egualmente proibiti, per cui uno non autorizzato a dire che un desiderio meno peccaminoso dell'altro.
Aggiunge inoltre che la Torah condanna non solo il delitto, ma anche anche l'intenzione di delinquere. A questo punto abbandono lo Stone Chumash e mi richiamo a Rav Benamozegh, il quale avvertiva, a scanso di fraintendimenti, che nella Torah c' una separazione tra il piano giuridico e quello morale a cui i Cristiani sono poco avvezzi.
Furto ed adulterio sono crimini che gli uomini possono giudicare e punire, ma nessun diritto pu sindacare gli intimi pensieri e sentimenti. Questo il campo della morale; la Torah si occupa anche di esso, ma queste violazioni sono meno gravi di quelle.