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gen 20, 2004 |
Correnti religiose ebraiche,  |
redazione

Carpi, Simchat Tor 5764

E' una cosa strana, l'ebraismo liberale in Italia. Da una parte ci sono indubbie innovazioni rispetto alla pratica ortodossa ( stata abolita la separazione tra uomini e donne, le donne salgono a Sefer...) dall'altra le congregazioni riformate si sforzano di mantenere in vita quelle peculiarit dell'ebraismo italiano che la nuova leva di rabbini ortodossi pare decisa ad abolire: l'atteggiamento inclusivo nei confronti delle famiglie "miste", la musica durante le funzioni, la birkat cohanim mentre tutta la famiglia sta sotto il tallet....

Corentemente con questi presupposti, la congregazione Lev Chadash (tra le congregazioni liberali nate in Italia la pi numerosa e la prima ad organizzarsi) ha cercato fin dal suo esordio di fronteggiare il rischio della "museificazione". Non un mistero per nessuno: qua e l per l'Italia, dove una volta c'erano comunit ebraiche, vanno nascendo dei musei ebraici. Certe (nuove, nuovissime) chiusure del rabbinato portano gli ebrei lontano dalla vita attiva, i templi si svuotano, i Sefarim vengono spediti altrove, e gli arredi finiscono sotto vetro. Sotto i nostri occhi si sta realizzando la vecchia aspirazione dei nazisti: cancellare l'esistenza del popolo ebraico, e metterne in mostra le vestigia. Un altro paradosso: nel contrastare questa tendenza, Lev Chadash fa proprio l'insegnamento di maestri quali rav M.E. Artom z.l., che certo non era amico delle congregazioni riformate
Lo scorso Simchat Tor era in programma una funzione nella sinagoga di Casale Monferrato; e con la comunit c'era gi un accordo a voce, preso prima dell'estate. Rav David Goldberg, rabbino della prestigiosa Liberal Jewish Synagogue di Londra, aveva assicurato la sua presenza. Se non che, a meno di quindici giorni dalla ricorrenza, la comunit di Casale ha cambiato idea, negando l'ospitalit a Lev Chadash e a rav Goldberg - dietro espressa ingiunzione di un rabbino, che non il rabbino di Casale. Per quale sottile meandro giuridico possa un rabbino milanese legiferare su Casale non lo scopriremo mai. E' er evidente che la Comunit di Casale si fatta intimorire da un rabbino, tra l'altro nemmeno del posto. E meno male che nell'ebraismo italiano vigerebbe la separazione tra Stato e religione..
L'anno scorso rav Goldberg venuto a Milano, si tenuta una bellissima celebrazione di Simchat Tor, in cui sono salite a Sefer anche le donne, si danzato con grandi e piccini (nelle sinagoghe riformate ci sono pi bimbi che in quelle ortodosse, e questo, mica tanto curiosamente, vale anche in Italia...). Ignoriamo cosa sia acacduto nella splendida sinagoga di Casale Monferrato, e temiamo che nel giorno della Gioia della Tor, quei Sefarim siano restati al chiuso, come sempre pi spesso accade qua e l per l'Italia
Ma quest'anno, a Carpi, no. A Carpi, provincia di Modena, esiste uno splendido edificio sinagogale, che una volta apparteneva alla famiglia Rovighi ed ora appartiene al Comune di Carpi. Gli arredi sono andati, probabilmente in Israele, ma stucchi e decorazioni ci sono ancora
Quest'anno, la Congregazione liberale Lev Chadash vi ha tenuto i festeggiamenti di Simchat Tor. L'ultimo minyan risale agli anni 20 del XX secolo; ieri a Carpi, dentro la Sinagoga, c'erano 40 persone. Dopo quasi un secolo sono risuonate tra quelle mura le antiche melodie ebraico-italiane, si svolto il commevente rito della birkat cohanim, con le famiglie riunite, come da tradizione, sotto il tallet del genitore pi anziano. Dopo quasi un secolo, nel giorno della gioia della Tor, quelle mura hanno visto ebrei danzare con i rotoli della Legge, uno dei quali un sopravvissuto alla Shoah: le truppe tedesche, entrando in Cecoslovacchia, ammassavano i Sefarim per portare a termine il loro criminale progetto di "museificazione". Dopo la liberazione, quei Sefarim sono andati alla Sinagoga liberale di Westmimster, dove vengono restaurati e distribuiti alle Comunit liberali della Diaspora
Tutto questo stato possibile grazie a rav Mark Solomon, della sinagoga liberale di Londra, che ha guidato il culto con grande maestria. E anche grazie all'Amministrazione comunale di Carpi, che ha messo a disposizione l'edificio; per un giorno non si pi sentito dire per le strade della cittadina: qui venivano gli ebrei, ma si diceva "qui ci sono gli ebrei". la speranza di Lev Chadash e dell'Amministrazione Comunale, che questo si possa rinnovare negli anni a venire
In tutto questo, ci dispiace segnalare l'atteggiamento dell'Unione delle Comunit Ebraiche in Italia, nel cui statuto non vi alcun riferimento al'ortodossia, ma che continua ad accogliere solo Comunit ortodosse, accettando il diktat rabbinico e dando scarsa prova pratica di quella laicit tanto invocata a parole. Non siamo a conoscenza di reazioni ufficiali da parte dell'Unione, ma una fonte ha cos commentato: Caspita che notizia sconvolgente una amministrazione comunale prende una decisione nel nome della liberta' religiosa a favore del pluralismo dentro il mondo ebraico. Sono sconvolto da questa "rivelazione" che indubbiamente e' destinata a ribaltare tutti gli assetti attualmente esistenti. A sostituire i bet din arrivano i consigli comunali. Veramente sono assolutamente terrorizzato
Neppure Asimov dopo una solenne sbronza avrebbe mai potuto partorire una cosi' ardita storia di fantascienza
Ci avviamo verso un ebraismo "comunale"

N.B. Meno di un mese fa, alla commemorazione dell'eccidio di Meina, rav Mark Solomon ha intonato il kaddish; Amos Luzzatto, presidente della predetta Unione, che pure era stato invitato alla commemorazione ed era presente al momento dei discorsi, si sottratto all'occasione pi propriamente religiosa, e si infatti allontanato mentre nell'aria risuonavano le parole del Kaddish (ma assicurare il minyan quando si dice un kaddish non una mitzwa ? C' qualcosa nella personalit di rav Solomon, che viene da famiglia hassidica, che disturba il presidente dell'Unione delle Comunit Ebraiche Italiane ? La memoria della Shoah va lasciata alle istituzioni statali "comunali" ?)