Chiune Sugihara, un giusto tra le nazioni del sol levante
Un console giapponese salv migliaia di ebrei dalla deportazione
Durante la seconda guerra mondiale, la Germania aveva deciso lo sterminio
di tutto il popolo ebraico. Nel settembre del 1939 invase la Polonia
mettendo in atto i suoi propositi di annientamento. Alcuni Ebrei si
rifugiarono allora in Lituania ben consapevoli per del fatto che anche quel
paese sarebbe presto stato invaso dalla Germania. Per sfuggire ai Tedeschi
non restava altro che attraversare l'Unione Sovietica. I Russi per
lasciavano attraversare il loro territorio solo agli Ebrei in possesso di un
visto che dimostrasse che sarebbero stati accolti da un altro Stato, ma nel
1940 i consolati della Lituania erano per lo pi chiusi o insensibili alla
causa degli Ebrei.
Fu cos allora che il 27 luglio 1940 centinaia di Ebrei si riunirono
davanti al consolato del Giappone per chiedere aiuto al console, ossia il
rilascio di visti per il Giappone che consentissero di attraversare la
Russia e sfuggire ai Tedeschi. Era la loro ultima speranza.
Il quarantenne console giapponese Chiune Sugihara ascolt la loro
richiesta e rispose: "Voglio aiutarvi, ma prima devo sentire Tokyo". E sped
subito un telegramma. Il ministero degli affari esteri del Giappone rispose
che era impossibile concedere il visto a gente in viaggio senza una meta
precisa.
Il console rinnov la richiesta, sostenendo che durante i venti giorni
necessari per attraversare l'Unione Sovietica e i trenta passati in
Giappone, gli Ebrei sarebbero certamente riusciti a trovare un'altra
destinazione. Il Giappone rifiut ancora.
Il console rinnov la richiesta per la terza ricevendo l'ennesimo
rifiuto.
Chiune Sugihara cap allora che restava solo da scegliere tra obbedire ai
superiori o ascoltare la propria coscienza che gli imponeva di aiutare
quegli Ebrei, che senza il suo aiuto sarebbero stati condannati a morte.
Disse alla moglie: "Sar forse la fine della mia carriera, ma non ho altra
scelta che disubbidire a Tokyo, altrimenti verrei meno al mio dovere verso
Dio.
Usc allora dal consolato e rivolto alla folla disse: "Conceder il visto
di transito a tutti coloro che me lo richiederanno".
Ci fu un'esplosione di gioia. La gente pregava, ringraziava Dio,
piangeva.
E cos la mattina del primo agosto, Sugihara inizi a concedere i visti.
Per compilare ogni visto ci voleva un quarto d'ora e Sugihara dovette
saltare i pasti per redigere quanti pi documenti poteva. Lavor giorno e
notte. Presto i moduli ufficiali si esaurirono e dovette scrivere tutto a
mano.
Passate tre settimane, Tokyo mand una raffica di telegrammi per ordinare
al console di smettere di concedere i visti perch l'arrivo in massa degli
Ebrei polacchi nei porti giapponesi creava il caos.
Ma Sugihara non diede loro retta, continu a scrivere i visti perch i
rifugiati arrivavano a frotte. Finch, alla fine di agosto, non lo
trasferirono a Berlino.
Prima di lasciare la citt, l'eroico console continu a compilare i visti
in albergo e fino all'ultimo, anche alla stazione e anche in treno si mise a
firmare dei fogli in bianco sperando che potessero servire per fare dei
visti. Mentre il treno si metteva in moto stava ancora passando dal
finestrino gli ultimi documenti. Gli Ebrei gli gridarono: "Non la
dimenticheremo mai, Chiune Sugihara"!
Gli Ebrei, grazie ai preziosi visti, iniziarono il lungo viaggio
attraverso l'Unione Sovietica passando per la Siberia da dove si imbarcarono
per il Giappone, dove furono bene accolti. Alla scadenza dei visti ottennero
l'autorizzazione di andare a Shanghai dove restarono fino alla fine della
guerra.
In seguito alcuni di loro si stabilirono in Giappone ma la maggior parte
emigr negli Stati Uniti, in America Latina o in Palestina, il futuro Stato
di Israele. Si calcolato che Chiune Sugihara abbia compilato almeno
seimila visti.
Durante la guerra fu nominato console in Germania, in Cecoslovacchia e
poi in Romania. Fu arrestato nel 1945 dai Sovietici e internato con la
famiglia in un campo di prigionia per venti mesi. Poi ritorn in Giappone.
Il ministero degli affari esteri che non aveva dimenticato "la storia dei
visti", pretese e ottenne le sue dimissioni. Per mantenere la famiglia,
Sugihara si mise a vendere lampadine e poi divenne direttore di un'azienda
di import export a Mosca dove visse lontano dalla famiglia.
Gli Ebrei salvati da Sugihara non si dimenticarono di lui. Cercarono di
mettersi in contatto con lui scrivendo al Ministero degli affari esteri ma
alle loro lettere nessuno rispose.
Finalmente un Ebreo riusc a trovare l'indirizzo del figlio
dell'ex console e lo chiam: "Sono anni che cerco suo padre, non posso
dimenticare che gli devo la vita"!
Il figlio gli spieg che il padre lavorava a Mosca e l'Ebreo allora gli
disse: "Gli dica che lo Stato di Israele gli vuole rendere omaggio".
E fu cos che Sugihara venne accolto da eroe a Tel Aviv. Quelli che lui
aveva aiutato un tempo, organizzarono in suo onore dei ricevimenti. Nel 1984
Israele gli diede il titolo di "Giusto tra le Nazioni" e gli fu dedicato un
parco che porta il suo nome.
Chiune Sugihara si spense in Giappone nel 1986. Moltissimi Ebrei
religiosi parteciparono al suo funerale.
Nel 1991 il governo giapponese si scus con la famiglia del console per
averlo scacciato dal ministero.
Se si tiene conto dei figli e dei nipoti di coloro che lui ha salvato,
sono decine di migliaia gli Ebrei che devono la vita al coraggio di Chiune
Sugihara.