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ott 23, 2001 |
Aspetti di vita ebraica,  |
redazione

Zedakah: molto piu' della semplice carita'

Gli ebrei hanno sempre dato zedak in proporzioni molto piu' elevate di quello che si immaginerebbe dall'entita' della popolazione. Secondo il Talmud, l'atto di dare zedaka' e' parte essenziale del carattere ebraico (non che i non-ebrei non siano caritatevoli, ma e' comunque propria dell'indole ebraica). L'U.J.A., la federazione degli ebrei americani che coordina le opere di zedaka', e' una delle piu' grandi organizzazioni caritatevoli negli Stati Uniti, se non la piu' grande in assoluto, malgrado il fatto che gli ebrei rappresentino meno del 2 per cento della popolazione americana. Gli ebrei danno anche un percentuale piu' alta dei loro redditi rispetto agli altri gruppi, fatto questo che sradica la nozione che gli ebrei donano in grandi quantita' solo per via di una loro presunta ricchezza.

Perche' dovrebbe essere cosi'? Perche' questa Mizva' e' cosi' importante da essere parte fondamentale del carattere dell'ebreo? Per quale motivo una persona qualsiasi, e particolarmente quelli che appartengono alla cosiddetta me generation degli ultimi anni, caratterizzati da una forte spinta egoistica, dovrebbe dare via una parte dei propri soldi, guadagnati con il sudore della fronte, a qualsiasi altra persona?

Oltre a queste domande generali, ci sono altre problematiche, piu' pragmatiche, da discutere a proposito della zedaka', anche perche' molti ebrei, per quanto siano caritatevoli, non ne sono al corrente. Per esempio, a quali organizzazioni bisogna dare priorita' nel dare zedaka'? Qual e' il metodo migliore? Proprio perche' la zedeka' e' cosi' importante nell'ebraismo, le fonti ne hanno discusso a lungo.l'importanza della zedaka'

Non a caso, gli ebrei hanno sempre dato un significato particolare a questa Mizva', cosa che si vede chiaramente con un'analisi delle fonti.. Per esempio, secondo il Talmud, la zedaka' e' la forza piu' forte nel mondo, capace di prevalere su tutte le altre. Nell'opinione di Maimonide, questa Mizva' e' piu' importante di tutte le altre Mizvot (positive) e aggiunge che dovremmo stare molto attenti a metterla in pratica in modo corretto. Spiega poi che la zedaka' il simbolo del primo ebreo, Abramo, e che e' stata tramandata da allora a tutte le generazioni. Chiunque non adempia a questa Mizva' di zedaka' viene chiamato peccatore e persona malvagia. Secondo il Talmud, e' meglio dare zedaka' che portare tutti i sacrifici del tempio, affermazione questa basata sul verso che dice specificamente che si preferisce la zedaka' ai sacrifici.

Zedaka' e' una delle tre azioni dell'uomo che possono rovesciare un decreto sfavorevole, affermazione basata sul verso che dice che la zedaka' ha il potere di salvare una persona anche dalla morte. Dice anche il Talmud che la zedaka' e' pari a tutte le altre Mizvot messe insieme. Dice anche che ogni volta che una persona da' zedaka', e' come se avesse ricevuto personalmente la presenza divina, e che la zedaka' aiuta a portare la redenzione.la zedaka' e' unica in quanto e' la sola Mizva' che si possa fare ponendo una condizione. Un ebreo non puo' dire, per esempio, osservero' lo Shabbat, ma solo se avro' un certo lavoro, perche' l'osservanza dello Shabbat e' un obbligo per tutti gli ebrei. Ma puo' benissimo dire, daro' questa certa somma in zedaka' se otterro' un certo lavoro (o qualsiasi altra condizione); poi, nel caso che non ottenga il lavoro, non sara' tenuto a dare quella somma. Certo, esiste una quantita' minima di zedaka' che tutti sono obbligati a dare, ma oltre a questo minimo, si puo' porre delle condizioni per farla, cosa questa che non ha un parallelo in tutto l'ebraismo.

Il gabbai di zedaka' (la persona incaricata a gestire la zedaka' della comunita') viene paragonata alle stelle. Il Maharsha spiega il paragone dicendo che cosi' come le stelle hanno un influenza sul mondo, anche se non le si vedono sempre, cosi' pure colui che distribuisce zedaka' e' come un insegnante che ha un impatto sul mondo anche se raramente si riesce a rendersene conto. Si puo' comprendere in questo concetto tutti coloro che, senza essere visti, danno zedaka' di un certo livello, cambiando il mondo in meglio e incidendo su di esso per molto tempo dopo la fine dell'atto iniziale di zedaka', con un impatto duraturo. Forse, e' in questo senso che possiamo interpretare il fatto che la zedaka' salva una persona dalla morte, in quanto rimane in vita per l'influenza che ha avuto la zedeka'. Una persona puo' veramente diventare immortale se l'effetto della sua zedaka' perdura dopo che cessa la vita fisica. Rashi allude proprio a questo quando dice che gli atti buoni dei giusti sono eterni perche' continuano a rappresentare una persona anche dopo la morte.

La zedaka' ebraica non e' la carita' cristiana si potrebbe anche scambiare le due parole zedaka' e carita', e a chi non ha dimestichezza ne' con la parola ebraica ne' con i concetti di zedaka', potrebbero sembrare uguali. In realta' sono molto diversi, non solo dal punto di vista psicologico, ma anche da quello filosofico. E' sufficiente fare un'analisi delle due parole per rendersi conto delle grandi differenze. La parola carita' viene dalla parola latina caritas, che vuol dire amore, benevolenza; la parola filantropia deriva dalla parola greca philo, che vuol dire amore, e anthropos che vuol dire uomo. Cosi', filantropia vuol dire l'amore per l'uomo. In questo modo scopriamo che la base non-ebraica o cristiana di carita' e' l'amore: quando sento compassione per l'altro, faccio la carita'.

La parola zedaka' viene dalla parola ebraica zedek, che vuol dire giustizia oppure la cosa giusta da fare. L'ebreo allora e' obbligato a dare zedaka' perche' e' la cosa giusta da fare, non perche' ha un sentimento particolare per il destinatario. Una differenza pratica potrebbe essere il caso di un mendicante puzzolente, imprecante, offensivo che esige la carita'. Sarebbe certamente difficile sentire amore o compassione per un individuo del genere, ma l'ebraismo obbliga l'ebreo a dare zedaka' anche a questa persona.da dove deriva quest'obbligo ebraico di dare zedaka'? Perche' l'ebreo non puo' dire, se quella persona impreca, non daro' un premio per un simile comportamento? Perche' l'ebreo non puo' dire, ho lavorato per i miei soldi e anche egli dovrebbe lavorare per i suoi? Una risposta e' che prima di tutto, i soldi non gli appartengono.

Il signore dice chiaramente che tutti i soldi, l'oro e l'argento del mondo appartengono a lui, e non all'uomo. Dice il salmista che nel mondo tutto appartiene a D-o, alludendo al fatto che nulla appartiene all'uomo. Nell'atto di dare zedaka', dunque, l'ebreo restituisce a D-o cio' che e' gia' suo. La Mishnah ci insegna precisamente questo, basandosi su un verso del libro delle cronache. Poiche' il mondo gia' gli appartiene, egli ci dice di restituirne una piccola percentuale, dopodiche' possiamo utilizzare il resto, che ancora gli appartiene.

Abbiamo l'obbligo di dare danaro, dunque, proprio perche' non e' nostro, e D-o ci impone di darne il 10 o il 20 per cento in zedaka'. Come condizione per tenere il rimanente 80 o 90 per cento. E' per questo motivo che alcuni ebrei aprono dei conti correnti bancari di zedaka', dove, prima di versare il denaro nel conto corrente personale, depositano una percentuale del proprio reddito. Oltre al vantaggio psicologico (la persona non sente di dover prendere i soldi dalla propria tasca), anche dal punto di vista filosofico, questo e' il modo piu' corretto di comportarsi, in quanto i soldi non appartengono mai alla persona. Possiamo capire adesso perche' un ebreo deve dare zedaka' a quella persona sciatta, imprecante, malgrado i propri sentimenti, D-o, il proprietario dei soldi, ci ha ordinato di dare.

L'Abarbanel dice che dobbiamo considerare il nostro ruolo come quello di un intermediario che gestisce i soldi altrui. Quando il nostro lavoro e' consiste nell'usare i fondi di un altro, dobbiamo stare molto attenti ogni volta che decidiamo come investire e spendere i soldi. Se il proprietario ci ordina di investirli in un certo modo, dobbiamo obbedire alla richiesta, altrimenti il proprietario ci togliera' i soldi per darli ad un altro intermediario. D-o ci da' i suoi soldi, dicendoci di investirne una parte in zedaka'. Se cosi' non facciamo, potrebbe decidere di dare questi soldi a qualcuno altro.questo si puo' comprendere se accettiamo la premessa iniziale, ma si puo' anche metterla in discussione: perche' infatti, i soldi non

Appartengono alla persona? Tutto il mondo funziona come se il denaro fosse di proprieta' dell'individuo che lo possiede, e anche nella legge ebraica, una persona non puo' rubare al compagno, affermando che il denaro appartiene a D-o. Allora, se una persona lavora per ottenere il proprio salario, perche' questo non e' suo, tanto da poterne fare cio' che vuole? Per capirlo, dobbiamo individuare perche' e come una persona guadagna suo stipendio dal punto di vista ebraico. Ci sono solo tre modi per ottenere i soldi con mezzi legali: o il denaro proviene dal duro lavoro, o dalla fortuna, come per esempio una lotteria, oppure da un eredita' o da un regalo. Se una persona lavora sodo per il suo denaro, e' facile dire che sia stato ottenuto per il duro lavoro, ma tutti noi conosciamo persone che lavorano tanto o piu' degli altri e guadagnano comunque molto poco.

Perche' una persona laboriosa puo' accumulare grande ricchezza, mentre un'altra non ci riesce? Allora non e' solo il lavoro stesso, la fatica, che fa guadagnare grandi quantita' di soldi. L'individuo ricco e' stato dotato di piu' talento, un fiuto piu' acuto per gli affari, l'abilita' di correre piu' veloce con una palla o un'intelligenza piu' grande, dandogli un vantaggio che gli fa guadagnare di piu'. Secondo l'ebraismo, questi talenti vengono dal signore, e mentre e' vero che senza il duro lavoro, gli uomini non avrebbero potuto sviluppare questi talenti, il lavoro da solo sarebbe inutile per accumulare soldi. Cosi', secondo l'ebraismo anche i soldi ottenuti in questo modo appartengono a D-o.

E mentre la societa' ritiene che la persona cosi' fortunata di vincere una lotteria o di essere nel posto giusto al momento giusto sia stata toccata dal caso, l'ebraismo non crede nel caso. Crede piuttosto che D-o, per qualche ragione sconosciuta, voleva che questa persona avesse dei soldi per cui, ancora una volta, il denaro risale alla volonta' di D-o. Finalmente, un'eredita' o un regalo differiscono poco dalle situazioni precedenti perche' o e' stato guadagnato attraverso il talento (e il duro lavoro) o era dovuto alla fortuna. Cosi' tutto il denaro accumulato in questo modo e' dovuto, in qualche modo, a D-o.

Quando egli ci chiede, dunque, di restituire il 10 o il 20 per cento dei soldi, abbiamo qualcosa di piu' di un obbligo morale: abbiamo un obbligo legale, perche' in pratica gli appartengono.

Perche' ci sono i poveri?

Se e' vero che il signore vuole che i soldi guadagnati vanno ai poveri, perche' non ha fatto in modo che questa gente avesse dei soldi sin dall'inizio? Perche' esistono i poveri? Sarebbe un mondo migliore, senza cosi' tanta sofferenza. Il malvagio Turnus Rufus ha fatto propria questa domanda e la risposta e' che D-o vuole fare di noi i suoi agenti nel mondo. Una parte della missione dell'uomo e' di continuare la creazione iniziata da D-o. Rabbi' Akiva' ha risposta a questa stessa domanda nel Midrash, dicendo che questo e' il motivo per il quale non ci sono alberi di pane, anche se ogni cultura ne fa uso e sarebbe stato logico per D-o di creare degli alberi di pane.

D-o vuole che l'uomo lotti e che sia creativo, vivendo il processo arduo che comportano le undici azioni, dall'arare all'infornare, che servono per la produzione del pane. Ecco parte della missione dell'uomo: essere creativo nel mondo e completare la creazione iniziata da D-o. Inoltre, l'uomo ha il compito di migliorare il mondo, di perfezionare il mondo. Parte di questa perfezione ha luogo quando l'uomo tenta di restaurare almeno un po' l'equilibrio, dando zedaka'. Cosi', ora, uno dei versi piu' strani della Torah acquista un senso. D-o dice che non cessera' di esserci il povero nel mondo, e che, dunque, l'uomo deve aprire le sue mani e dare. Se la poverta' esistera' sempre, perche' cercare di dare ai poveri - tanto non aiutera' a risolvere la situazione? Tuttavia, possiamo comprendere ora che D-o ci sta dicendo che, siccome la condizione della poverta' nel mondo esistera' sempre, anche la nostra missione per migliorarlo andra' avanti.

Come dare zedaka'

Per quanto sia importante dare zedaka', ancora piu' importante dell'atto stesso di dare e' come la si da. E' particolarmente difficile e imbarazzante per una persona chiedere e dipendere da un altro essere per la sua sussistenza. Ecco perche' preghiamo al signore di non metterci mai in una situazione in cui dobbiamo dipendere dall'uomo, ma solo da D-o. Maimonide dice che una persona che si trova a dover chiedere zedaka' gia' si sente senza dignita' e depressa e allora bisogna fare del tutto per non compromettere ancora di piu' la dignita' di questa persona. Questo aspetto cruciale della zedaka' si riflette in tutte le leggi in materia.

L'ottavo gradino di zedaka', quello piu' basso, secondo Maimonide, e' di dare mostrandosi scuri in volto. Ancora secondo Maimonide, si puo' dedurre dal prossimo gradino piu' alto, cioe' di dare di meno della somma richiesta ma con faccia cordiale, che e' preferibile dare di meno di quello di cui ha bisogno una persona, ma con buon umore, piuttosto che dare la soma intera ma con espressione cupa. L'atteggiamento e il metodo per dare zedaka' dunque sono piu' importanti della somma data.

Ogni passo successivo nell'ordine stabilito da Maimonide e' una funzione della dignita' di chi riceve zedaka'. E' molto piu' dignitoso per il povero sapere chi gli ha dato zedaka', purche' il donatore non conosca il destinatario, perche' altrimenti soffrirebbe d'imbarazzo ogni volta che incontra il donatore per strada. Rimane tuttavia un certo grado di vergogna perche' il destinatario sara' comunque consapevole della persona che ha dato ogni volta che lo incontra per strada. La situazione crea meno disagio quando il donatore conosce il destinatario, ma il destinatario non sa da chi ha ricevuto zedaka' perche' in questo modo, il bisognoso non si sente in imbarazzo ogni volta che incrocia la persona.

Rimane sempre pero', una piccola misura di ignominia per il povero nel sapere che esiste una persona che sa di averle dato sostenimento. Molto piu' dignitosa e' la situazione in cui ne' il donatore, ne' il destinatario si conoscono. Cosi' si evita completamente un imbarazzo specifico e si ha solo l'imbarazzo generale di dover comunque accettare zedaka'. Questo concetto ha dato l'impulso per l'invenzione della pushke, la scatola di zedaka' in ogni casa, dove ne' il donatore, ne' il destinatario si conosceranno mai.secondo Maimonide, il livello piu' alto di zedaka' non e' la scatola della zedaka' ma dare alla persona un lavoro o un prestito.

Per quale motivo questo e' preferibile all'elemosina - quando a fine settimana i soldi sono sempre quelli? Perche' questo e' un metodo superiore di dare zedaka'? Quando una persona fa un lavoro, si sente produttivo e contribuisce alla societa', non riceve da essa. Accettare denaro per un lavoro completato non e' per nulla imbarazzante; e' un atto di orgoglio, come l'orgoglio provato nel prendere la busta paga. Il fattore dignita' nell'accettare questo tipo di soldi e' molto alto e dunque il modo migliore di distribuire soldi ai poveri. Nello stesso modo, dare un prestito a una persona segnala la fiducia della banca o di chi da' il prestito che la persona lo ripaghera'.

E' segno di rispetto per se stessi ricevere un prestito, in quanto a molti i prestiti vengono negati perche' sono considerate soggetti a rischio (e' un vecchio detto che le banche prestano i soldi solo se si puo' provare di non averne bisogno). Gli individui che prendono i prestiti piu' alti sono i piu' ricchi del mondo, quegli imprenditori che investono in enormi

Progetti. Dunque, ricevere un prestito piuttosto che l'elemosina fa si' che la persona abbia molta fiducia in se': ecco perche' questo e' il livello piu' alto di zedaka'. Certo, e' anche una forma valida di zedaka' se si puo' invogliare una persona a prendere zedaka' dando un prestito senza chiedere di essere ripagati, al patto che la persona creda veramente che e' un prestito e che la dignita' individuale non venga compromessa.ci sono molte altre leggi ebraiche che rafforzano il concetto primario che lo scopo della zedaka' e' di preservare o di elevare la dignita' della persona. Secondo il Talmud, un individuo che soddisfa una

Persona povera, accogliendola nella giusta forma, riceve una benedizione piu' grande di uno che soddisfa la stessa persona dandole del denaro. Anche il povero ha l'obbligo di dare zedaka'. Perche'? Dopotutto, i suoi soldi sono venuti dalla zedaka'. Ma si aumenta la sua dignita' quando lui da' a un altro povero. Tutti hanno un'opinione piu' alta di se' quando danno piuttosto che quando ricevono. Inoltre, nel dare a un altro individuo, il povero si rende conto che c'e' sempre qualcuno che sta peggio, una consapevolezza che aiuta sempre a non far pesare troppo la propria situazione.quando, negli Stati Uniti, la gente era costretta a fare la fila per avere l'assegno di sussidio, ci furono molti anziani, ebrei e non-ebrei che rifiutavano questi soldi, pur avendone molto bisogno, semplicemente perche' sentivano negata la loro dignita' umana. Per molte persone fare la fila per un sussidio era molto imbarazzante. Ci fu una vecchia usanza in Gerusalemme (che aveva anche essa i suoi poveri)

Che tentava di risolvere questo problema. All'ora di cena, ognuno metteva una bandierina sulla propria porta per fa vedere che in casa si stava mangiando e i poveri di tutta la citta' potevano entrare e cenare con le famiglie. Dopo cena le bandierine venivano tolte. Anche se e' sempre possibile distribuire del cibo cibo organizzando una mensa per i poveri o ricevendoli in maniera discreta dalla porta di servizio delle case, vi e' un'enorme differenza fra questi metodi di distribuzione e invitare le persone a cenare insieme alle famiglie. Nessun ospite sente che sta togliendo del cibo al padrone di casa e quando si trattano i poveri come ospiti, la loro dignita' non e' compromessa. Ancora una volta, non e' determinante l'entita' della somma, ma la maniera con cui viene data.

Sinora abbiamo discusso della dignita' del destinatario della zedaka', ma il Talmud descrive il modo migliore per dare, e cioe' di non dare per niente! E' meglio convincere un altro a dare zedaka', che darla di persona. Ancora una volta, e' una questione di dignita' personale perche' e' molto piu' facile per una persona distribuire i propri soldi che persuadere gli altri che la causa e' meritevole. Un individuo che puo' ispirare gli altri a contribuire ha un'opinione molto piu' alta di se stesso.

A chi, quanto e quando dare

Nell'ebraismo c'e' un chiaro ordine di priorita' riguardante chi deve ricevere la zedaka':: il principio fondamentale e' che i familiari bisognosi di aiuto hanno la precedenza; seguono in ordine di priorita' i vicini e poi i propri concittadini. Pero', i poveri d'Israele, quelli di Gerusalemme in particolare, hanno una priorita' speciale, perche' Gerusalemme e' considerata come la citta' natia. Oggigiorno, un ebreo ha l'obbligo di dare anche ai poveri non-ebrei e alle istituzioni non-ebraiche della sua citta'. I moderni esperti di Halakha' discutono sulle priorita' da dare ai vari enti. Quando e' possibile e' chiaramente preferibile dare direttamente a una persona povera piuttosto che alle organizzazioni ebraiche, come la UJA, gli ospedali, le scuole e le sinagoghe, anche se ciascuna di queste istituzioni aiuta individui indigenti.

Quale percentuale del proprio reddito bisogna dare in zedaka'?

Anche se si crede erroneamente che la cifra ottimale sia il 10 per cento, cioe' la decima, dal punto di vista ebraico, una persona dovrebbe dare il 20 per cento del proprio reddito in zedaka'. La cifra del 10 per cento e' solo per la persona media, ma non e' questo il modo per adempiere completamente alla Mizva', mentre la persona che da' meno del 10 per cento di zedaka' e' considerato avaro. Ma come si calcola il 10 per cento, cioe', che cosa viene considerato come il reddito reale? Si possono togliere le tasse? Si puo' dedurre il mutuo ed altre spese? Quando comincia l'anno fiscale ebraico? Esiste il concetto di media annuale di reddito? Ci sono dei maestri di Halakha' che discutono sul come adempiere a questa Mizva', discussioni che sono molto tecniche, e che suonano come le istruzioni del modello 740 e che vanno ben oltre i limiti di questa discussione.

E' preferibile dare piccole quantita' di zedaka' ogni giorno piuttosto che una somma grande di volta in volta, anche se le cifre totali sono le stesse, perche' ogni atto di zedaka' e' una Mizva' in se', e perche' ogni volta che una persona adempia a una Mizva', un nuovo difensore di quella persona e' creato in cielo. Inoltre, ogni Mizva' e ogni colpa commessa da un individuo lo precedono nel mondo da venire. E, come abbiamo detto prima, ogni volta che una persona da' zedaka', la presenza divina si posa su di lui.

Si puo' mai rifiutare zedaka' da una persona che la chiede?

Purtroppo, anche nella comunita' ebraica ci sono stati individui che hanno approfittato della generosita' altrui e hanno cercato di defraudare chi da' zedaka', affermando di essere bisognosi o di rappresentare organizzazioni inesistenti.

Qual e' il corretto approccio ebraico verso una persona di cui si ha il sospetto che non sia onesta? Si puo' rifiutare una donazione a questa persona?

Ancora una volta, la nostra preoccupazione principale dev'essere quella di preservare la dignita' di chi ha veramente bisogno. Dice Maimonide che una persona non puo' mai opporre un rifiuto a un povero. Certo, se si e' certi che la persona che chiede del denaro sia un imbroglione si puo' rifiutare a dare a questa persona, pero', in caso di dubbio, secondo Maimonide, se il bisogno e' immediato, cioe', se la persona ha bisogno di cibo per sopravvivere, non lo si puo' mai rifiutare. Ma se il bisogno e' meno immediato, come, per esempio, una richiesta di vestiario, lo si puo' fare aspettare mentre si fanno indagini sul suo conto, senza, pero' farlo sentire a disagio e in imbarazzo. In pratica, se una persona viene alla porta, si puo' andare rapidamente nell'altra stanza per fare una telefonata senza che quello se ne accorga.

Pero', se una simile operazione non e' possibile, e' preferibile dare zedaka', perche' e' meglio darla a nove individui, sospettati di essere disonesti piuttosto che rifiutarla alla decima che ne ha bisogno. Se regna l'incertezza, non si deve mandare via una persona a mani vuote, come dice Maimonide. Bisogna dire anche che se si da' una somma che viene restituita perche' ritenuta insufficiente, si ha comunque adempiuto all'obbligo di zedaka' e non c'e' ne bisogno di darne altra.

In fine, ci sono dei fund raiser, professionisti della raccolta fondi, che ricevono un salario equivalente all'ottanta o al novanta per cento dei fondi raccolti, ma dare a loro non e' certamente zedaka' . Un salario superiore al cinquanta per cento non e' Mizva'.questa Mizva', cosi' fondamentale nell'ebraismo e' molto complessa e spesso difficile da mettere in pratica. Cio' nonostante, se tutti gli ebrei dovessero seguire l'approccio di Abarbanel e trattare il denaro che guadagnano come se fosse di qualcuno altro, non solo sarebbe piu' facile adempiere all'obbligo di questa Mizva', ma anche la nostra sensibilita' su come utilizzare i fondi in nostro possesso ne trarrebbe un grande beneficio.

Da:Nachum Amsel, The jewish encyclopedia of moral and ethical issues, tzedakah: more than charity, Jason Aronson Inc. Northvale, New Jersey and London, pag. 297 - 302 (traduzione di L. Rosenberg)