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mag 3, 2004 |
Attualità culturale,  |
redazione

Maimonide ed Ortodossia

L'articolo linkato nel sottotitolo inizia cos:


Nel mondo ortodosso [americano] sta ribollendo un dibattito religioso sulla libert intellettuale, in seguito alla recente pubblicazione di un libro che sfida la comune opinione all'interno dell'Ortodossia [americana] che i Tredici Principi di Maimonide rappresentino un'espressione vincolante del dogma teologico ebraico.



Il libro in questione di Marc Shapiro, che ha pubblicato "The Limits of Orthodox
Theology: Maimonides' Thirteen Principles Reappraised", in risposta ad un articolo pubblicato nel 1989 da Rav Yehuda Parnes, che fino a poco tempo fa era Rosh Yeshivah della Yeshivah University - non dico altro!


Rav Parnes aveva sostenuto in quell'articolo che era atto eretico mettersi a studiare qualsiasi cosa fosse contraria ai 13 Articoli di Fede di Maimonide; e Marc Shapiro ha voluto confutarlo mostrando non solo che chi prende sul serio Parnes dovrebbe vietarsi di studiare Rashi (il quale riteneva che gli ultimi otto versi del Deuteronomio, che descrivono la morte di Mos, non fossero di pugno di lui), ma anche che il comportamento stesso degli Ebrei ortodossi [americani] mostra che essi non hanno mai inteso gli Articoli di Fede come proposizioni dogmatiche.


Forward ha intervistato Rav J. David Bleich, il quale, pur non avendo letto il libro di Shapiro, afferma che nell'Ebraismo ortodosso [americano] contemporaneo esistono delle proposizioni dogmatiche, e se un'opinione ad esse contraria viene ora respinta, non vale il consenso che ha avuto in passato a riscattarla.


Dopo avervi invitato a leggere l'articolo con i vostri occhi, vorrei esprimere la mia opinione.


L'atteggiamento descritto da Forward assai alieno da quello degli Ebrei [ortodossi] italiani (per questo mi sono premurato di inserire pi volte la parola "americano/i" tra parentesi quadre), i quali non riuscirebbero a riconoscerlo come ebraico.


Eppure non si pu disconoscere un atteggiamento adottato dal Rosh Yeshivah emerito della Yeshivah University, e da altri rabbini.


La conclusione che ne traggo e che modestamente vi propongo questa: pericoloso disconoscere un atteggiamento come "non ebraico", in quanto molto facile, anche via Internet, trovare controesempi di insospettabile autorevolezza.


L'unica cosa che si pu fare abituarsi ad "etichettare" le idee ed i comportamenti come ora si obbligati a fare con la carne - ovvero prendendo nota dell'autore, della corrente a cui appartiene, del contesto culturale e del costume del luogo e del tempo.


In questo modo diventa possibile valutare l'autorevolezza dell'idea o del comportamento proposto, e la compatibilit con la forma di Ebraismo che si adotta.


Come ho gi detto, Rav Parnes non riuscirebbe ad ottenere l'approvazione dei suoi colleghi italiani, ad onta dei suoi titoli - e sarebbe sbagliato mettersi a parteggiare per lui o per gli altri.


Ciao.