T 1.02 - Introduzione al Seder Zera'im - Massekhet Pe'ah
"Pe'ah" in Ebraico vuol dire "angolo" (ma in realt parla del "bordo del campo"), ed il trattato talmudico con questo nome si occupa delle prescrizioni di Levitico 19:9-10, e passi paralleli, che impongono di non raccogliere _tutto_ il prodotto del proprio campo, in modo che dell'avanzo possano giovarsi i poveri e gli stranieri.
Complicata la suddivisione del trattato, in quanto gli argomenti non coincidono con i suoi otto capitoli:
- I capitoli 1-4:9 trattano della _pe'ah_ vera e propria, cio dell'angolo (o meglio, del bordo) del campo il cui frutto va lasciato a disposizione dei poveri;
- i capitoli 4:10-5:6 trattano del _lekhet_, cio delle spighe cadute da non racimolare perch a disposizione dei poveri;
- i capitoli 5:7-7:2 trattano della _shikhchah_, ovvero dei prodotti della terra "scordati" durante il raccolto, e da lasciare ai poveri;
- il brano di 7:3 tratta del _peret_, cio degli acini caduti;
- il brano di 7:4-7:8 tratta degli _'olelot_, cio dei piccoli grappoli da lasciare ai poveri;
- il capitolo 8 tratta della _ma'aser 'ani_, cio della decima per i poveri e della beneficienza.
Di questo trattato non esiste la _Gemarah_ babilonese, ma solo quella palestinese; non priva d'interesse la _Tosefta_, anche dal punto di vista etico, non solo giuridico, in quanto afferma che la beneficienza e la generosit equivalgono a tutte le _mitzwot_ della Torah, e che chi chiude gli occhi alla carit pari a chi commette idolatria (Tosefta 4:19 e 4:20).
Mircea Eliade, nel suo "Trattato di storia delle religioni", faceva notare che in diverse culture si evita di raccogliere _tutto_ il frutto del proprio campo, in quanto l'avanzo viene considerato un'offerta alle divinit protettrici dell'agricoltura.
Immagino pertanto che il rito fosse di origine pre-biblica, e penso che l'idea dell'autore biblico di riqualificarlo come offerta ai poveri sia stata semplicemente geniale, in quanto afferma che il povero importante quanto la divinit.