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nov 19, 2004 |
Feste e ricorrenze,  |
redazione

Pesach

il mio modo di vederlo

Passando i giorni di Pesach chiuso nella mia stanza, con il lume acceso e molti libri sparsi sulla scrivania , lontano da amici , dal lavoro, e tagliato fuori dal resto del mondo ho riflettuto su quel famoso verso che pi o meno dice questo: ...e lo racconterai ai tuoi figli,e ti sentirai come tu stesso uscito dall'Egitto.
Come pu un ebreo sentirsi fuori dall' Egitto? un ebreo del 2000 che in Egitto non ci mai stato?
La risposta venuta da sola, mi bastato guardare il lume acceso, i libri ebraici sparsi sulla scrivania e la sensazione di unicit che quei giorni mi stavano dando, io solo nella mia stanza e il resto del quartiere
rumoroso come al solito.
cos l'egitto? l'egitto il luogo dove l'ebreo schiavo e lontano dalla sua patria, schiavo spiritualmente di un mondo tecnologico, di falsi bisogni che riteniamo indispensabili, schiavo di idee della massa in cui viviamo e che spesso sono molto differenti dalle nostre idee, lontani quindi dalla nostra patria chiamata Torah, ogni giorno schiavi di una societ a noi estranea che progressivamente tende ad allontanarci dagli usi della vita ebraica.
Ed ecco che nei giorni di Pesach, chiuso nella mia stanza, lontano dal mondo non ebraico in cui vivo ,coi miei libri, le mie tradizioni, i miei pensieri prettamente ebraici mi sento realmente, almeno per pochi giorni fuori dall'Egitto in cui vivo.
Ed ogni anno mi rendo conto che solo in quei giorni ne esco fuori, ed ogni anno un nuovo Pesach,un nuovo passaggio.
Claudio Salmon