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nov 23, 2004 |
Attualità culturale,  |
redazione

Cabbal, Alchimia, Psicologia Analitica

Ho appena letto il libro di Arturo Schwarz "Cabbal e Alchimia" (pubblicato sia da Garzanti che da La Giuntina), indispensabile a me e, suppongo, utile a molti.

Riassumendo: in molte enciclopedie e libri di storia trovate scritto che l'Alchimia stata l'antenata della chimica, e questo vero, ma individua solo un aspetto della disciplina, quello che Schwarz chiama "Alchimia operativa".

La parte pi importante della disciplina, che nei migliori alchimisti andava di pari passo con l'altra, era l'"Alchimia spirituale", che trasformava la personalit dell'alchimista conferendogli una sapienza esoterica.

Pertanto le fasi dell'opera alchemica in laboratorio (secondo la nomenclatura di Schwarz: nigredo, albedo, citrinitas, rubedo) hanno il loro parallelo intrapsichico, ed un autore che ha deliberatamente
ispirato la propria psicoterapia all'alchimia stato Carl Gustav Jung, accogliendo un suggerimento di Herbert Silberer, che fu il primo tra i nostri contemporanei a notare l'esistenza di una dimensione spirituale dell'alchimia, oltre a quella operativa.

Ci che rende ontopic l'articolo che Schwarz, rifacendosi anche al libro di Rafael Patai "Alchimisti ebrei" (ECIG - attualmente in ristampa), afferma non solo che molti alchimisti erano ebrei cabalisti, ma che il loro numero ed importanza stato deliberatamente sottovalutato da studiosi del calibro di Graetz, Suler (l'autore della voce "Alchemy" dell'Encyclopaedia Judaica) e Scholem.

[In realt la voce "Alchemy" dell'enciclopedia, pur essendo vergata in tono prudente, e non distinguendo tra "Alchimia operativa" ed "Alchimia spirituale", contiene molte informazioni, abbastanza da attirare l'attenzione dell'appassionato di Qabbalah; si pu accusare Suler di aver frainteso il fenomeno, ma non di averlo voluto occultare].

Non stato soltanto un caso che diversi cabalisti fossero anche alchimisti, in quanto Schwarz, mutuando anche osservazioni junghiane, nota che Qabbalah ed Alchimia spirituale avevano il medesimo presupposto (la bisessualit originaria dell'essere umano) ed il medesimo scopo: dopo aver convenientemente separato le polarit all'interno dell'individuo (a cominciare da quelle maschili e femminili) riunirle in modo che fossero complementari e non conflittuali.

Quest'unione non pu essere solipsistica: l'alchimista aveva di norma la _soror mystica_, il cabalista era pressoch obbligatoriamente sposato, e la moglie ... cooperava con i rituali del marito, il paziente psicoanalitico ha il suo partner nel processo analitico nel terapeuta.

Il libro di Schwarz piccolo (160 pagine pi la bibliografia) e non pu scendere molto in dettaglio, per spiega come l'apocalittica ebraica abbia influenzato lo sviluppo dell'alchimia ellenistica, di come molti simboli e procedimenti cabalistici siano stati deliberatamente assunti da alchimisti ebrei e cristiani, e di come ci siano comunque delle notevoli affinit tra Qabbalah ed Alchimia - e quindi anche con il pensiero junghiano.

Non si tratta soltanto delle fantasie di un distinto signore ormai ottantenne che ha fatto anche il professore universitario, visto che il libro ha avuto la prefazione di Moshe Idel, ed il suo ultimo capitolo la ristampa di un articolo di quest'ultimo in cui si analizza il mito ebraico postbiblico degli angeli caduti cos come fu recepito negli scritti alchemici ellenistici - a partire da Zosimo.

A chi volesse maggiori notizie sull'"Alchimia spirituale" posso consigliare, oltre alle altre opere di Arturo Schwarz, due libri di Jung: "Psicologia ed Alchimia" (voluminoso e costoso) oppure "La
psicologia del transfert" (pi economico e semplice). Mircea Eliade scrisse anch'egli delle opere sull'alchimia, ma non le ho lette.

Concludo riassumendo l'intento di molti alchimisti e cabalisti ebrei citando Bena'ah, un Tannaita che per non era n l'uno n l'altro: "Chi studia la Torah per se stessa fa dello studio un elisir di lunga vita" (Ta'anit 7a), e con un abstract di Medline che qui vi traduco:

"Qui si esamina criticamente l'uso da parte di Jung di simboli ed idee cabalistiche, nonch la sua personale visione cabalistica. Si asserisce che, se profonda l'affinit riconosciuta di Jung con la Qabbalah, i suoi rapporti non riconosciuti erano ancora pi profondi. Jung stato accusato di essere uno Gnostico contemporaneo; per le interpretazioni che Jung diede dello Gnosticismo e dei testi alchemici a cui egli faceva riferimento erano profondamente cabalistiche, tanto che uno potrebbe aver ancor pi ragione a chiamare lo Jung del _Mysterium Coniunctionis_ e di altre opere tarde un Cabalista in abiti moderni. Sebbene Jung, almeno durante gli anni '30, sembra che abbia avuto potenti spinte che limitarono la sua ricettivit alle idee ebraiche, il suo atteggiamento fortemente ambivalente ed alle volte riprovevole verso l'Ebraismo non dovrebbe impedirci di apprezzare le affinit tra la psicologia junghiana
ed il pensiero mistico ebraico".