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mar 6, 2005 |
Storia millenaria,  |
redazione

Rav. J. Telushkin - Il mito della tolleranza Islamica

Rav Joseph Telushkin ha scritto due manuali di base, apprezzatissimi negli Usa dai rabbini di ogni corrente, leggibili e antiaccademici come sanno esserlo le buone opere anglosassoni. "Jewish literacy" e "Biblical literacy", rispettivamente per la conoscenza della storia/cultura ebraica e il secondo pi specifico per la Bibbia.

Da JEWISH LITERACY prendo quest'articolo, che confuta il mito della tolleranza islamica per gli ebrei. Traduco un po' alla grossa, anche perch non sono in grado di fare molto meglio.

PACT OF UMAR

-Dhimmis-

C'E' UN MITO MOLTO POPOLARE IN OCCIDENTE, SECONDO IL QUALE GLI EBREI AVREBBERO VISSUTO come cittadini alla pari degli altri nel mondo mussulmano, finch il sionismo non provoc sentimenti anti-ebraici tra gli arabi. In verit, gli ebrei attraverso quasi tutto il loro pi che millenario soggiorno nell'Islam hanno vissuto come cittadini di seconda classe, cos come i Cristiani.

Il loro status era un po' superiore a quello accordato ai non-monoteisti, nelle aree conquistate da truppe Mussulmane a questa gente era data la scelta tra conversione all'Islam e morte. Ebrei e cristiani, i dhimmis, cos come li definisce l'Islam, potevano praticare la loro religione. Le loro vite erano regolate dal patto di Umar, un documento datato intorno al 720. Esso comandava ai dhimmis il riconoscimento della loro sottomissione all'Islam in molti modi. Come succedeva ai neri nei giorni della segregazione razziale americana, ebrei e cristiani erano obbligati ad "alzarsi della lero sedie quando un Mussulmano vuole sedere". Sia a ebrei che a cristiani era proibito di convertire chiunque alle loro religioni e gli era proibito di impedire a chiunque di loro di convertirsi all'Islam. Ai Dhimmis era richiesto di non alzare la voce seguendo le loro bare a un funerale. Una restrizione particolarmente crudele era il divieto di cavalcare muli e cavalli: era considerato incompatibile col loro status inferiore. Potevano cavalcare solo asini, e gli era proibito di montare selle.

Sfortunatamente, il patto di Umar segn solo l'inizio della legislazione anti-Dhimmis. Durante i secoli successivi, ed in diverse societ mussulmane, Ebrei e Cristiani furono sottoposti a differenti leggi umilianti. A volte gli era richiesto di vestire ridicole vesti, sia per renderli immediatamente visibili che semplicemente ridicoli. Nel 807, per esempio, il califfo Abbaside Haaroun al-Rashid stabil che gli ebrei dovessero indossare un alto e conico cappello e una cintura gialla. Questo decreto probabilmente il modello per il "distintivo giallo" imposto agli ebrei nell'Europa medioevale. Nell'undicesimo secolo a Baghdad, le donne ebree dovevano portare una scarpa nera e una rossa e una campanella di orrone al collo o alla scarpa.

Fortunatamente, ci furono et d'oro in cui queste regole non furono rispettate a gli ebrei poterono raggiungere alte posizioni (v. L'et d'oro degli ebrei di Spagna) e nrl Medioevo, gli ebrei erano pi al sicuro nell'Islam che in Europa. Nonostante questo, nell'Egitto dell'undicesimo secolo il califfo Fatimide Hakim ordin ai cristiani di portare una croce con braccia di 80 centimetri mentre gli ebrei dovevano portare una palla di metallo da due chili e mezzo al collo in "commemorazione" della testa del vitello che i loro avi avevano adorato. Fino alla loro partenza dallo Yemen nel 1948 tutti gli ebrei, uomini e donne, erano obbligati a vestire come mendicanti secondo il loro status inferiore di dhimmis.

Nella Palestina del diciannovesimo secolo, prima del conflitto arabo-sionista, gli ebrei dovevano camminare alla sinistra dei mussulmani perch l'Islam identifica la sinistra con Satana. Quando incrociava un mussulmano su un marciapiede stretto, l'ebreo era costretto dalla legge di scendere sulla strada e farlo passare. Le sinagoghe dovevano essere localizzate in aree nascoste e lontane e gli ebrei potevano pregare solo sottovoce. Nel suo libro "Stirring Times", James Finn, il console britannico in Palestina nel 1850 descrive come i "mercanti arabi scaricassero le loro mercanzie invendute sui loro vicini ebrei e poi gli mandassero il conto, nella tranquilla sicurezza che gli ebrei li temevano cos tanto che non avrebbero osato restituire la roba o negare il suo accquisto".

Per quanto riguarda il ventesimo secolo, Albert Memmi, il famoso romanziere ebreo francese cresciuto in Nord Africa ha riassunto la condizione arabo-ebraica come segue: "Grosso modo, nel migliore dei casi, l'ebreo protetto come un cane di propriet di un uomo, ma se alza la sua testa o agisce come un uomo, egli deve essere bastonato in modo che ricordi sempre qual il suo status". In epoca recente, nel 1941, pi di seicento ebrei vennero assassinati in un pogrom su larga scala in Iraq.

Lo stato inferiore del dhimmis spiega perch cos tanti ebrei dei paesi arabi abbiano sostenuto l'idea dello stato ebraico tanto vigorosamente quanto i loro fratelli europei. In realt, principalmente a causa delle loro amare esperienze storiche, gli ebrei d'Israele che vengono dal mondo arabo tendono ad essere sovrarappresentati in modo sproporzionato tra i gruppi meno desiderosi di fidarsi e fare compromessi col mondo arabo.

Rav Joseph Telushkin,

Jewish Literacy, pagg 164-166

Fonti. Bet yeor: The Dhimmi: Jews and Christians under Islam; Bernard Lewis, The Jews od Islam; Norman Stillmann, The Jews of Arab Lands. For Yemen discrimination: D. Goiten, Jews and arabs pagg 74-78. Palestine XiX century: David Landes, Palestine before zionists; Commentary feb 76. Albert Memmi: Jews and Arabs. (...)