BACK
giu 3, 2005 |
Attività in Italia,  |
redazione

Conferenza di Rav Giuseppe Laras a Verona

Nel quadro della Giornata per il Dialogo con l'Ebraismo, Rav Giuseppe Laras stato invitato a parlare a Verona da Don Sergio Gaburro, della Commissione Diocesana Ecumenismo e Dialogo. Il tema era "Serviranno il Signore appoggiandosi spalla a spalla" (Sofonia 3:9).

Rav Laras ha cominciato spiegando che per lui non ha senso misurare i progressi del dialogo ebraico-cristiano, ma ha senso restare in dialogo, e per farlo necessario da parte cristiana meditare e riflettere sull'antisemitismo, passato e presente, in modo da alimentare la teshuvah all'interno della Chiesa.

Ha proseguito con un excursus storico (a mio avviso troppo lungo) sui progressi del dialogo, in buona parte merito dell'attuale Pontefice, e poi entrato nel vivo del problema: la concezione ebraica dei rapporti col Cristianesimo in prospettiva storica ed escatologica.

Egli ha detto testualmente "il punto di vista ebraico sul Cristianesimo non mutato", ed ha detto che Ges fu un buon Ebreo osservante che fece esplodere il potenziale religioso della sua anima ebraica sia verso gli "uomini che verso D%o. Perci non a lui che si deve ricondurre l'antisemitismo cristiano successivo.

Ed ha ricordato quel che disse Maimonide, che cio che Cristianesimo ed Islam hanno la funzione provvidenziale di preparare la strada per il Messia; ma per lui necessario che il Cristianesimo mostri verso gli Ebrei un volto fraterno per sedare i sospetti che gli Ebrei tuttora nutrono verso esso.

Rav Laras, prima di terminare commentando Sofonia, ha voluto ricordare alcune cose in comune tra Ebrei e Cristiani: la sacralit della vita umana, il valore attribuito alla teshuvah, magnifica occasione per desistere dai comportamenti distruttivi e criminosi, ed il teismo, cio il concetto del biblico "D%o vivente", che non sta appartato, ma interviene nella storia premiando e punendo.

Commentando il brano di Sofonia, Rav Laras ovviamente tornato dalla traduzione all'originale ebraico. Il versetto comincia accennando alla "safah berurah" che D%o dar ai popoli perch tutti possano proclamare il Nome del Signore.

"Safah" vuol dire "labbro", e "berurah" vuol dire "puro, splendente, rilucente", come dire che per proclamare il Nome del Signore occorrerebbe una bocca speciale, mentre noi con la nostra boccuccia dappoco diciamo invece molte sciocchezze.

Per quanto riguarda invece la locuzione "appoggiandosi spalla a spalla", egli non l'ha contestata (rappresenta in fin dei conti abbastanza bene il "peshat = senso semplice" del brano), ma ha fatto notare che corrisponde all'ebraico "shechem echad = unica spalla", ed un commento sofisticato deve partire da l.

Il commento scelto da Rav Laras quello di Radaq (Rav David Qimchi), il quale interpreta "shechem echad" come "unica parte", ovvero che quando Id%io vorr l'umanit avr un unico cervello ed un unico cuore per agire unita.

Vi sono state varie domande, di cui le pi interessanti sono state a mio avviso le due seguenti:
La prima stata di un signore che aveva partecipato a delle "Cene pasquali per comunit cristiane", e che temeva che potessero configurarsi come un'appropriazione dell'identit altrui (quella ebraica), e per questo aveva smesso.
La seconda stata quella del direttore del Seminario Maggiore di Verona, il quale voleva dei consigli bibliografici per approfondire il "volto ebraico" di Ges.

Alla prima domanda Rav Laras ha risposto che il Seder Pesach un momento religioso ebraico di particolare solennit, ma non se la sentiva di dichiarare scandalosa la sua celebrazione da parte di non-Ebrei. Alla seconda domanda egli ha risposto lamentando l'estraniazione di Ges dal suo ambiente ebraico, che risale gi ai redattori dei Vangeli, ed ha accennato agli autori Flusser e, pur ritenendolo di minor valore, Ben Chorin.

L'intervento pi apprezzato stato per quello di una donna che si lamentata che degli Ebrei tra i Cristiani si parla molto poco, perfino quando i primi avrebbero bisogno della solidariet dei secondi, come ad esempio dopo gli attentati alle Sinagoghe di Istanbul: nella sua parrocchia si era parlato di essi, ma a nessuno era venuto in mente di specificare chi ne era stato vittima!

Inutile dire che la signora stata applaudita dai pochi Ebrei presenti.
Ed altrettanto inutile dire che questo un breve riassunto redatto mentre sto riversando le cassette che ho registrato; chi volesse ascoltare la conferenza intera non ha che da scrivermi e gli invier una cassetta VHS.

Ciao a tutti.
S'essere