_Ta'anit_ vuol dire "digiuno", e questo l'argomento dei quattro capitoli del trattato.
_Rosh ha-Shanah_ vuol dire "capodanno", e questo trattato si occupa dei 4 capodanni ebraici, di cui quello civile, che cade il 1 Tishri, il pi importante.
_Betzah_ vuol dire "uovo", ma questa solo la prima parola del trattato, il cui argomento la normativa sui giorni festivi in generale - per questo stato chiamato anche _Yom Tov_ (Giorno Festivo).
_Sukkah_ vuol dire "capanna", ed il trattato discute appunto la Festa delle Capanne, in cinque capitoli:
_Yoma_ in Aramaico vuol dire _Il Giorno_, ed il trattato parla dello _Yom Kippur_ (Giorno dell'Espiazione). Esso ha otto capitoli, di cui i primi sette descrivono il rito compiuto nel Tempio dal Sommo Sacerdote, e l'ottavo soltanto parla del digiuno di _Yom Kippur_. Al suo termine si trova questa frase celebre, attribuita a Rav 'Aqiva:
Sheqalim_ il plurale di _Sheqel_, "Siclo"; ma questo trattato talmudico parla del testatico di "mezzo siclo" che veniva offerto dagli Ebrei d'Israele e della Diaspora al Tempio di Gerusalemme. un po' strano che il trattato appartenga al _Seder Mo'ed_, in quanto apparirebbe pi logico includerlo nel _Seder Qodashim_, il quale contiene altri trattati dedicati alle offerte al Tempio.
_Pesachim_ significa "agnelli pasquali", ed il trattato discute in 10 capitoli la normativa sulla Pasqua:
_'Eruvin_ significa "mescolanze", ma il trattato si occupa di un'interessante istituto halakhico: l'unificazione di diversi domini in uno unico dominio ai fini del rispetto del Sabato.
Come si desume dal suo nome, il trattato parla delle norme sul Sabato. La Mishnah in versione babilonese lunga 24 capitoli; quella gerosolimitana ha solo i primi 20. Riassumendone il contenuto sulla scorta dell'Encyclopaedia Judaica, abbiamo:
_Mo'ed_ = "Festa" oppure "Tempo stabilito" il nome del secondo Ordine della Mishnah, che tratta del Sabato, delle altre feste ebraiche e di argomenti affini.
_Bikkurim_ significa "Primizie", che andavano offerte al Tempio di Gerusalemme.
_'Orlah_ vuol dire "incirconciso", ed indica in questo caso la norma per cui non si possono cogliere i frutti di un albero per i primi tre anni dopo che lo si piantato.
"Challah" il nome del pane speciale del Sabato, ma nel nostro caso designa la porzione dell'impasto che bisogna estrarre prima che esso venga messo nel forno.
_Ma'aser Sheni_ significa "seconda decima" dei prodotti della terra, e questo trattato in cinque capitoli ne discute la normativa.
_Ma'aser Sheni_ significa "seconda decima" dei prodotti della terra, e questo trattato in cinque capitoli ne discute la normativa.
_Ma'aser Sheni_ significa "seconda decima" dei prodotti della terra, e questo trattato in cinque capitoli ne discute la normativa.
_Ma'aserot_ significa "decime", e parlando del precedente trattato "Terumot" avevo spiegato che si tratta in questo caso del 9% dei prodotti agricoli destinato ai Leviti, e di esso questo trattato di cinque capitoli discute la normativa.
_Ma'aserot_ significa "decime", e parlando del precedente trattato "Terumot" avevo spiegato che si tratta in questo caso del 9% dei prodotti agricoli destinato ai Leviti, e di esso questo trattato di cinque capitoli discute la normativa.
_Ma'aserot_ significa "decime", e parlando del precedente trattato "Terumot" avevo spiegato che si tratta in questo caso del 9% dei prodotti agricoli destinato ai Leviti, e di esso questo trattato di cinque capitoli discute la normativa.
_Terumot_ significa "offerte", ed in questo trattato si parla delle offerte per i Sacerdoti ed i Leviti.
_Shevi'it_ vuol dire "settimo (anno)", e questo trattato in dieci capitoli tratta della normativa dell'anno sabbatico.
"Kilayim" vuol dire "mescolanze", e per la precisione quelle vietate dalla Torah in Levitico 19:19 e Deuteronomio 22:9-11.
"Kilayim" vuol dire "mescolanze", e per la precisione quelle vietate dalla Torah in Levitico 19:19 e Deuteronomio 22:9-11.
"Demay" vorrebbe dire letteralmente "forse", ed indica i prodotti agricoli da cui si teme non siano state estratte le decime.
"Pe'ah" in Ebraico vuol dire "angolo" (ma in realt parla del "bordo del campo"), ed il trattato talmudico con questo nome si occupa delle prescrizioni di Levitico 19:9-10, e passi paralleli, che impongono di non raccogliere _tutto_ il prodotto del proprio campo, in modo che dell'avanzo possano giovarsi i poveri e gli stranieri.